VIDEO | Il presidente della sezione bruzia dell'ANPd'I ripercorre le tappe più importanti dell'associazione, nata per rendere omaggio ai militari italiani che, sul finire della seconda guerra mondiale, si resero protagonisti di azioni eroiche
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Fratelli di seta. Come il tessuto - leggero, aereo e impalpabile - di cui è fatto il paracadute. Trent’anni fa (quasi) nasceva la sezione di Cosenza dell’Associazione nazionale Paracadutisti d’Italia. Merito di Piero Preite, che però giura: «Senza gli altri soci, da solo, non ce l’avrei fatta». Il basco amaranto - (guai a dire bordeaux) con fregio metallico che delinea i contorni di un paracadute - è il tratto distintivo della Folgore, il cui eroismo (durante la Campagna d’Africa settentrionale) fu celebrato dall’allora Primo ministro inglese Winston Churchill.
Al Alamein, i Leoni della Folgore e l'onore delle armi
«Durante la battaglia di Al Alamein, combatterono fino all’ultima munizione e l’esercito inglese riconobbe ai Leoni della Folgore l’onore delle armi». La sezione ANPd’I (Associazione nazionale paracadutisti d’Italia) di Cosenza, guidata da Piero Preite, ha partecipato più volte alle missioni organizzate nel deserto egiziano dall’Università di Padova, in collaborazione con la Società italiana di Geologia e Geografia militare: il progetto El Alamein è nato nel 2008 con l’obiettivo principale di salvaguardare la linea del fronte di quella che fu battezzata la “Battaglia Grande”.
I paracadutisti della sezione ANPd’I di Cosenza hanno scavato a mani nude nella sabbia del deserto. Piero Preite commosso ricorda: «La cleaning mission alla quale abbiamo partecipato ha consentito di riportare alla luce reperti bellici appartenuti alla Brigata Folgore. Ricordo in particolare il rinvenimento di una baionetta. I soldati non se ne separavano mai e, averla trovata sotto la sabbia, significa che qualcuno morì in quel punto esatto».
Monte Zillastro, l'eroismo della Nembo e l'Armistizio taciuto
Dal fronte africano a quello italiano. Nel settembre 1943, i quattrocento paracadutisti della Divisione Nembo guidati dal capitano Gianfranco Conati - dopo aver combattuto in Sicilia contro le truppe anglo-americane - sbarcarono in Calabria. All’imbrunire del sette settembre, s'inerpicarono sotto la pioggia lungo i sentieri impervi dell’Aspromonte e decisero di accamparsi per la notte sul monte dello Zillastro. Ignoravano che proprio lì vicino si erano già fermati 4mila soldati canadesi. All’alba imperversò una battaglia drammaticamente impari: dopo poche ore, rimasti oramai senza più munizioni, i paracadutisti della Nembo ripiegarono verso Platì, dove scoprirono che l’armistizio era stato già firmato il tre settembre. Quella dello Zillastro è passata alla storia come l’unica battaglia combattuta nel sud Italia tra un reparto del Regio esercito e le forze anglo-americane prima dell’ufficializzazione della resa.
Ogni anno, la sezione ANPd’I di Cosenza partecipa alla commemorazione dei caduti sul monte Zillastro. Piero Preite racconta: «Pochi anni fa, abbiamo deposto una lapide in ricordo dei militari deceduti, che ritrae la bandiera canadese accanto a quella italiana. Noi paracadutisti crediamo fermamente che onorare la memoria dei caduti sia un dovere morale, senza distinzione alcuna per la divisa che indossavano».