Tutti contro il piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Provincia di Cosenza. A Corigliano Rossano, questa mattina, sono scesi in piazza gli studenti, le parti sociali, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, chiamati a raccolta dall’amministrazione comunale. L’obiettivo era quello «sensibilizzare» l’opinione pubblica su una norma «distorta ad uso e consumo della politica».

In città, insomma, si respira aria della cospirazione, contro una amministrazione di centrosinistra per un piano che prevede il taglio del 21% delle autonomie scolastiche dell’intera provincia, nella sola Corigliano Rossano. Ne sono convinti le rappresentanze politiche e sindacati che invitano Provincia e Regione a rivedere criteri e pianificazione mentre il sindaco Flavio Stasi è pronto a ricorrere alla giustizia amministrativa.

Stasi: «Percorso non trasparente e poco pulito»

«La sensazione che stiamo vivendo – spiega il primo cittadino nelle vesti di capopopolo – è quella di una città che si rende conto di un torto e di un percorso non andato a buon fine. Non siamo contro un processo di razionalizzazione, ma certamente contrari a processi che non considerano le esigenze della città, il contesto calabrese, le storie degli istituti e vanno a creare articolazioni ingestibili. Credo ci sia un errore nei princìpi che sono stati adottati e che sia stata sbagliata la declinazione di quegli stessi princìpi nei confronti della nostra città. Altrove sono “passati” istituti di 3-400 studenti, mentre qui si sono creati “mostri” con una popolazione scolastica di duemila e tutto questo non è gestibile tra plessi tra di loro anche molto distanti».

Il sindaco di Corigliano Rossano annuncia di essere pronto al ricorso al Tar, «perché riteniamo non siano state delle scelte coerenti anche con le linee guida. Mi dispiace molto il contrasto istituzionale che si è andato a creare nel centrodestra tra il senatore Rapani e la vicepresidente della Regione Princi, e spero che si appiani subito, ma nella direzione indicata da chi sta provando a innescare una riflessione sul percorso».

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«La nostra città non soffre di debolezza politica – conclude Flavio Stasi ai microfoni di LaC News24 – ma sono le istituzioni che devono compiere il percorso in maniera pulita e trasparente. Quando ciò non accade siamo costretti ad utilizzare altri strumenti democratici come la piazza. La città di Corigliano Rossano è stata coerente, gli altri no».

Tavernise: «Il centrodestra ha voluto colpire le amministrazioni di centrosinistra»

Al corteo c’era anche il consigliere regionale del M5s, Davide Tavernise. «Basterebbe partire dal cortocircuito che si è verificato nel centrodestra per capire che qualcosa non va. I nostri rappresentanti a Roma non leggono quello che approvano. La situazione, a mio avviso, è molto chiara: in questa provincia sono state eliminate ventinove autonomie e di queste sei solo nella terza città più grande della Calabria. Guarda caso la metà di queste autonomie sono state tagliate in comuni con amministrazioni di centrosinistra o civiche. Sei a Corigliano Rossano, due a Castrovillari, due a Cassano, una ad Acri, una a Luzzi. Sarà un caso? Intanto Corigliano Rossano è la più colpita dalla filiera di centrodestra».

Lavia: «Il 21% delle autonomie soppresse in provincia nella sola Corigliano Rossano»

Anche il segretario provinciale della Cisl, Giuseppe Lavia, fa comprendere l’antifona. «Sosteniamo la protesta perché riteniamo che si debba investire nella scuola. La comunità di Corigliano Rossano è la più penalizzata dal piano di dimensionamento approvato dalla Provincia seppur rappresenti il 10% della popolazione studentesca provinciale, per poi subire il 21% delle soppressioni e questo è un dato che grida vendetta. I criteri hanno penalizzato in maniera troppo forte questa realtà. Invitiamo a rivedere i criteri il piano di dimensionamento e rinviare l’adozione degli atti, tenendo conto delle specificità dei territori»

Guido: «Norma piegata alla volontà della politica»

Senza mezzi termini anche il segretario comprensoriale della Cgil Sibaritide-Pollino-Tirreno, Giuseppe Guido. «Siamo di fronte ad una norma sbagliata ed applicata in provincia di Cosenza in maniera distorta poiché penalizza il Sud ed il diritto allo studio e per questo ricorreremo al Tar. Nella nostra provincia si sono salvate istituzioni scolastiche che non ne avevano i requisiti a discapito della comunità di Corigliano Rossano grazie ad una norma pessima piegata alla volontà della politica».

Sisca: «Accorpamenti selvaggi e difficili da gestire»

«Il dimensionamento, così come concepito è assolutamente deleterio – spiega Laura Sisca, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Don Bosco di Cantinella – rispetto ai diritti degli alunni con accorpamenti selvaggi che creano istituti con popolazioni scolastiche troppo ampie e di difficili da gestione. Noi siamo l’unica scuola di periferia ma con il maggior numero di alunni, 881 alunni e ne usciamo comunque penalizzati».