L'amministrazione comunale scrive alla Regione, al prefetto e all'Asp: «I lavoratori di Rogliano vengono respinti dai luoghi di lavoro e qui ci sono persone che non intendono venire a lavorare nel timore di contagi»
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Cittadini trattati come appestati, la città definita la "Codogno della Calabria" e considerata come un lazzaretto. I lavoratori di Rogliano vengono respinti dai luoghi di lavoro e a Rogliano ci sono lavoratori che, da fuori, non intendono venire a lavorare nel timore di contagi. Nonostante tutte le misure restrittive messe in campo. Questi i motivi che hanno spinto l'amministrazione comunale di Rogliano a scrivere al presidente della Regione, al Prefetto di Cosenza, all’Asp e alle organizzazioni sindacali più rappresentative.
La nota
“Questa Amministrazione comunale si vede costretta ad esporre i casi di numerosi lavoratori di Rogliano ai quali viene impedito l’accesso nei rispettivi posti di lavoro sol per il fatto che essi risiedono in un Comune individuato come “Zona rossa”.
Ciò avviene, come risulta da provvedimenti, sia pure non specifici, e da note pubblicate su testate on line e sui social, con il “transeat” di sindaci, che, così facendo, finiscono per legittimare comportamenti inammissibili, destinati ad alimentare una psicosi collettiva contraria ad ogni criterio di gestione dell’emergenza Covid.
Questo avviene in danno di lavoratori perfettamente sani, personalmente dotati di ogni dispositivo di sicurezza e di regolare autocertificazione, tanto che viene loro consentito ogni giustificato spostamento al di là della (attentamente vigilata) “Zona rossa”.
Analogo problema questa Amministrazione è costretta ad affrontare verso quei lavoratori che, dovendosi recare a Rogliano per ragioni di lavoro, si rifiutano di farlo per lo sconsiderato timore di contagio, sconsiderato sia in quanto, in sede locale, sono in vigore tutte le più stringenti misure adottate per il contenimento della diffusione del virus, sia in quanto la popolazione ha dimostrato e sta dimostrando di essere totalmente rispettosa delle prescrizioni che le sono state rivolte.
Tali atteggiamenti contrastano palesemente con il senso della civiltà che dovrebbe ispirare, soprattutto in un momento difficile e drammatico come quello attuale, la condotta delle amministrazioni locali, tenute, tra l’altro, a favorire il lavoro e l’occupazione.
L'appello
Rivolgiamo, pertanto, un appello affinché i destinatari, ciascuno per la propria parte, voglia assumere ogni iniziativa utile a scoraggiare e a prevenire comportamenti che, indubbiamente, pregiudicano e compromettono il costante lavoro di chi, a qualsiasi livello, è impegnato sui diversi fronti della tutela della salute pubblica e della gestione dei drammi sociali sempre più in emersione”.