VIDEO | Iniziativa di movimenti e associazioni culturali d'oltre Campagnano con il coinvolgimento di esperti ed urbanisti per valutare vantaggi e svantaggi anche alla luce dell'esperienza di Corigliano-Rossano
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Lo spunto per la discussione lo ha dato la politica attraverso Primavera di Rende, Rende Sì, Rende l'idea, Rende per Rende, Rende Cambia Rende, tutti movimenti ed associazioni impegnate oltre il Campagnano anche con rappresentanti all'interno dell'assise comunale.
Vantaggiosa o svantaggiosa
Ma il dibattito sul tema Cosenza-Rende unificazione delle città, è stato incentrato soprattutto su un'analisi tecnica e di fattibilità della fusione tra i due municipi, tentando di valutare serenamente e al di là dei campanilismi se davvero è opportuno attivare un percorso che conduca alla creazione di un nuovo grande ente o sia sufficiente soltando adottare strategie condivise con l'obiettivo di efficientare la qualità dei servizi offerti ai cittadini, mantenendo inalterato il quadro amministrativo.
Comitato per il ritorno al passato
Il timore è che la fusione possa provocare più svantaggi che vantaggi, guardando anche ai risultati non particolarmente lusinghieri dell'esperienza di Corigliano-Rossano, descritti dall'architetto Mario Gallina, presidente dal Comitato Promotore per il ritorno all'autonomia delle due città «di fatto ancora due città distinte – ha sottolineato Gallina – anche se il Piano Strutturale Associato, strumento urbanistico redatto in comune tra i due paesi, era stato approvato dai rispettivi consigli comunali prima della fusione. È chiaro che laddove fisicamente l'unione non si concretizza è difficile integrare le popolazioni. Anche il referendum con cui si è avviato l'iter burocratico che ha portato al nuovo municipio – dice ancora Gallina – è stato calato dall'alto e gli elettori lo hanno vissuto come un turno elettorale di routine. Oggi a cinque anni di distanza i cittadini si stanno rendendo conto di quali siano state le conseguenze».
Parterre prestigioso
All'iniziativa, introdotta dallex consigliere provinciale Mario Bartucci, esponente di Rende l'Idea, hanno partecipato tra gli altri il presidente della sezione Calabria dell'Istituto Nazionale di Urbanistica Domenico Passarelli e la docente di economia dell'Università della Calabria Maria Nardo. «L'integrazione fisica tra Cosenza e Rende di fatto c'è già – ha detto Pasquale Costabile, presidente dell'ordine degli architetti a cui sono state affidate le conclusioni – Non c'è una traccia che separa il territorio dei due comuni. E però entrambi si sono dotati di propri piani strutturali di sviluppo, mentre sarebbe utile individuare un percorso comune attraverso un piano associato. Poi le due città hanno storie differenti quindi occorre lavorare sull'integrazione culturale».