VIDEO | La struttura sorgerà in località Zimbi e provvederà ad assicurare accoglienza anche ai minori. Si tratta dell'ultimo progetto, prima della sua scomparsa, del padre della 19enne cosentina uccisa nel 1988
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Finanziato, con i fondi del Pnrr, il progetto che prevede la costruzione – in un terreno confiscato alla 'ndrangheta nelle campagne di Cinquefrondi - di un centro antiviolenza che porterà il nome di "Casa di Roberta" in memoria di Roberta Lanzino. La posta ottenuta è di 2.500.000 euro che saranno destinati non solo ad accogliere donne vittime di violenza ma anche i minori che proprio a causa delle sofferenze patite troveranno servizi specializzati per loro.
I lavori, secondo quanto hanno riferito gli amministratori, avranno una tabella di marcia molto stringente – si pensa di finire tutto entro 2 anni così come impone la spesa del Pnrr – mentre l’aggiudicazione del bando assume un rilievo ancora più importante.
«Si tratta – spiega l’assessora Giada Porretta – dell’ultimo atto pubblico in vita a cui si dedicò Franco Lanzino. In rappresentanza della Fondazione che porta il nome della figlia, venne a Cinquefrondi è stipulò con il Comune un protocollo di intesa che ora entra nella fase esecutiva». La struttura, progettata, rispettando tutti i più recenti canoni di sostenibilità ambientale, in convenzione con il centro antiviolenza Roberta Lanzino, sorgerà su un terreno localizzato ai bordi della strada che collega Cinquefrondi e Anoia.
«Non c’è nulla che qualunque persona e Istituzione possa fare per alleviare l’indicibile sofferenza causata dalla perdita di una figlia – commenta il sindaco Michele Conia - ma con questo gesto che impegna e gratifica la nostra comunità, vogliamo rispettare una ferrea volontà del padre di Roberta che ha combattuto al nostro fianco per fare in modo che quest’opera venisse alla luce». Il progetto di Cinquefrondi è stato premiato tra i primi 60 in tutt’Italia ed è stato realizzato dai tecnici interni all’ente.