Un colpo di fucile a canne mozze in pieno volto. Sarebbe morto così giovedì pomeriggio nell’accampamento rom di Scordovillo a Lamezia Terme Luigi Berlingieri, cinquantenne del luogo attinto dai colpi di arma da fuoco durante una lite. Una lite su cui si indaga per capire se la vittima fosse uno dei partecipanti o stesse, invece, cercando di mettere pace, di sedare gli animi. Inutile la corsa in ospedale, per Berlingieri non c’è stato nulla da fare.

 

Sulla vicenda indagano la Squadra mobile di Catanzaro e gli uomini del Commissariato di Lamezia sotto la guida del primo dirigente Marco Chiacchiera. E da ieri procedono a pieno ritmo le ricerche del killer che sarebbe stato identificato. Diversi i posti di blocco estesi anche all’hinterland. Difficile per chi sta indagando riuscire a penetrare la cortina di diffidenza che da sempre contraddistingue la comunità rom. Una vera e propria zona franca quella del ghetto rom di Scordovillo, tanto da essere protetta da alte mura di cinta e da pezzi di vetro e filo spinato. La vittima nel 2011 era stata arrestata per trasporto non autorizzato e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Diverse le sparatorie verificatisi negli ultimi anni in quel pugno di baracche e container in cui vivono in più di cinquecento e che nonostante un’ordinanza di sgombero nessuno è mai riuscito a smantellare