Il presidente dell'associazione in Calabria Alberto Statti: «In questi ultimi anni gli interventi messi in atto dalla Regione per il contenimento degli ungulati hanno dato una risposta non risolutiva al problema»
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«Il cinghiale morto, ritrovato nella zona limitrofa della città di Reggio Calabria e risultato infetto da Psa (Peste suina africana), conferma purtroppo i timori che come Confagricoltura Calabria abbiamo più volte espresso nei tavoli regionali ed in particolare nella consulta faunistica regionale». Lo afferma il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti il quale evidenzia che «ora bisogna intervenire con estrema urgenza per contenere il più possibile la diffusione della malattia agli altri territori della Calabria».
«Dopo essere riusciti, dopo tanti anni, nel 2019, a debellare la vescicolare suina – evidenzia Statti - e dare agli allevatori e trasformatori calabresi la possibilità di commercializzare la carne suina ed i prodotti derivati togliendo le limitazioni all’export verso molti paesi come Australia, Corea del Sud, Singapore, etc., oggi si concretizza il rischio di bloccare un comparto importante dell’economia agricola regionale».
«L’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno che ha effettuato le analisi di laboratorio, la struttura del commissario nazionale e la Regione Calabria, servizio veterinario sono già al lavoro per attuare il programma di contenimento della malattia e noi Confagricoltura – continua Statti – diamo da subito la massima disponibilità a supportare il lavoro sul territorio mettendo a disposizione i nostri tecnici come, ne siamo sicuri, farà anche l’Associazione regionale Allevatori Calabria e il presidente Michele Colucci attraverso le proprie diramazioni territoriali. Nel contempo chiediamo alla Regione – Dipartimento Sanità e Agricoltura - di attivare immediatamente un tavolo di lavoro con tutte le Organizzazioni Professionali Agricole e la struttura allevatoriale regionale per definire un piano di intervento utile a contenere la diffusione della peste suina africana».
«Oltre questa prima richiesta – afferma ancora Statti – bisogna attivarsi tutti insieme per predisporre un piano regionale di contenimento concreto, tenendo ben presente che è fondamentale iniziare finalmente a fare i conti con la realtà sui numeri dei cinghiali che sono una vera e propria emergenza non solo per il settore agricolo. In questi ultimi anni gli interventi messi in atto dalla Regione per il contenimento degli ungulati hanno dato una risposta non risolutiva al problema che oggi viene prepotentemente in risalto con la questione sanitaria ed il rischio concreto del diffondersi della peste suina africana».
«Riteniamo – conclude il presidente degli imprenditori agricoli calabresi – che il tempo delle parole sul contenimento dei cinghiali sia finito e che bisogna passare ai fatti per dare future certezze agli agricoltori ed in particolare al sistema zootecnico nel suo complesso».