Sepolcri violati e cadaveri distrutti: diversi gli episodi ricostruiti attraverso le indagini della Procura di Vibo e della Guardia di finanza. Il Comune si è costituito parte civile
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Una condanna con rito abbreviato e due rinvii a giudizio con rito ordinario al termine dell’udienza preliminare. Questa la decisione del gup del Tribunale di Vibo Barbara Borelli, nel procedimento penale nato a seguito dello scandalo del “cimitero degli orrori” di Tropea. In precedenza, l’ufficio di Procura non aveva prestato il consenso per il patteggiamento degli imputati ritenendo le pene troppo basse rispetto alle contestazioni. La condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici è stata pronunciata dal giudice nei confronti di Roberto Contartese, di 55 anni, difeso dagli avvocati Giovanni Vecchio e Francesco Muscia. La pena è scontata di un terzo per via della scelta del processo con rito alternativo. Nei suoi confronti il pm Concettina Iannazzo aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.
Rinviati invece a giudizio dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia gli imputati Francesco Trecate (di 64 anni, custode del cimitero di Tropea e dipendente comunale, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo) e Salvatore Trecate, di 40 anni (figlio di Francesco), assistito anche lui dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. Caduta per i due Trecate e per Contartese l’accusa di associazione a delinquere. Per tale capo d’imputazione, infatti, il gup ha deciso per il non luogo a procedere per Francesco e Salvatore Trecate, mentre Contartese da tale accusa è stato assolto. L’inizio del processo per i Trecate è stato fissato per il 26 settembre. Il Comune di Tropea è rappresentato quale parte civile dall’avvocato Michele Accorinti. Continua a leggere su Il Vibonese