Massacrarono Francesco Vinci, il 30 ottobre del 2017: gli procurarono un’emorragia cerebrale, la frattura della mandibola all’altezza del mento e poi un’altra alla base della mascella sinistra. Ferite lacerocontuse diffuse al viso al cranio. Gli fecero saltare i denti, costringendolo per lungo tempo alla degenza in rianimazione.

C’è un’altra prova di quell’aggressione, propedeutica - secondo l’accusa formulata dalla Procura antimafia di Catanzaro – all’autobomba del 9 aprile scorso, nella quale fu ucciso il figlio Matteo: un dente. Francesco Vinci, quel dente, il suo, ritrovato per caso, lo mostra alla iena Gaetano Pecoraro (in foto con il maresciallo Ezio Giarrizzo), che lo riprende con il suo smartphone. Lo ritrova per caso, nel corso del recente arrivo della troupe della trasmissione Mediaset, giunta nel Vibonese per raccontare il dramma svelato da quell’attentato terroristico-mafioso. Per intervistare mamma e papà Francesco, che ha mostrato alle telecamere le agghiaccianti ferite riportate nell’attentato nel quale il figlio è morto tra atroci sofferenze.

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Sopravvissuto, Francesco, perché sua cognata, l’ha strappato dall’auto in fiamme. Sopravvissuto, Francesco, grazie al medico che l’ha curato nel Centro grandi ustioni di Palermo e che s’è sobbarcato un lungo viaggio pur di partecipare ai funerali di Matteo e stare ancora vicino al suo paziente. E’ arrivato un medico addirittura da Palermo. Politici e amministratori locali, autorità istituzionali hanno invece preferito risparmiarsi pochi chilometri e una manifestazione di cordoglio ad una vittima di mafia.

 

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