Corresponsabile l’intera politica incardinata solo su impegni disattesi. La vertenza è pronta a ripartire con il coordinamento nazionale dei presidi di giustizia soppressi
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Sono trascorsi circa dieci anni dalla chiusura dell’ex tribunale di Rossano, vissuta come una grave ingiustizia di Stato mai colmata. Da allora ad oggi, nulla è cambiato: proteste, denunce, esposti, dossier, interrogazioni parlamentari, non sono serviti a ripristinare un presidio con oltre 150 di storia. E così accade che una città di 80mila abitanti, la prima in Italia per numero di abitanti nell’elenco dei 30 tribunali soppressi, rimanga con il solo ufficio del giudice di pace contrariamente a comuni con minore numero di abitanti che invece sono sedi di tribunale (Paola -16mila abitanti, Castrovillari - 20mila abitanti - Palmi 18mila abitanti e Locri -12mila abitanti). Sono i paradossi tutti in salsa italiana.
Ma c’è di più, l’accorpamento al tribunale di Castrovillari, struttura costruita per ospitare una utenza di 120 mila abitanti e non certo di 250mila, è risultato fallimentare finanche per le casse dello Stato depredate dai costi aggiuntivi di trasporto da e per Castrovillari per il trasferimento di detenuti, via vai quotidiano di magistrati e rappresentanti di forze dell’ordine in attività di polizia giudiziaria. E poi tutto il mondo dei professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, etc etc) costretti a viaggiare quotidianamente con tanto di costi aggiuntivi per il carburante. Idem per quei semplici cittadini chiamati a testimoniare nei processi, o per certificazioni di vario genere. Con la pandemia la situazione è ulteriormente peggiorata relativamente agli assembramenti in tribunale. E non è un caso d’altronde, se si sono verificati casi di contagio anche nel presidio di giustizia.
La vertenza ripresa
La tematica è stata ripresa in questi giorni dalla componente del coordinamento nazionale dei tribunali soppressi Dora Mauro che ha inteso rilanciare la vertenza proponendola nuovamente all’organismo nazionale. Il processo di mobilitazione è in atto. A settembre del 2020 si era tenuto un Consiglio comunale monotematico affinché si raggiungesse l’obiettivo di presentare un disegno di legge per la riapertura del tribunale ma, a distanza di quattro mesi, ancora nulla si è mosso. Anche il procuratore antimafia Nicola Gratteri a più riprese ha rilevato l’anomalia, facendo riferimento alla Procura di Paola che è distante solo 30 chilometri dalla Procura di Cosenza, mentre l’ex procura di Rossano dista da Castrovillari oltre circa 70 km. Tante le contraddizioni emerse durante i circa 10 anni di storia, a partire dalle dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di Stato che su questo tema hanno attestato l’ingiusta scelta operata nel lontano 2011/2012, a partire dalle gravissime esternazioni rese dall’ex Sen. Enrico Buemi che denunciava l’ipotesi di “carte false” perpetrate da non meglio identificati soggetti su cui la magistratura non ha mai inteso fare chiarezza.
Le contraddizioni della politica
Seguivano le dichiarazioni dell’ex Ministro agli Esteri Angelino Alfano che, nella qualità di segretario dell’ex Pdl, ammetteva l’esistenza di un grave errore da riparare mediante dei correttivi, provvedimento mai assunto. Il teatrino si consumava anche nei giorni antecedenti la chiusura del tribunale quando venivano rese pubbliche interlocuzioni tra l’allora Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma e il Sen. Antonio Gentile, i quali sostenevano che il Tribunale di Rossano avrebbe mantenuto la sua funzione e che non sarebbe stato soppresso. L’ex ministro della giustizia Andrea Orlando nella redazione del programma elettorale 2013 del PD s’impegnava circa la necessità di correggere le macroscopiche storture conseguenti alla revisione della geografia giudiziaria al fine di riaprire i Tribunali di Rossano, Lucera, Chiavari, Bassano del Grappa, Pinerolo e Tolmezzo.
Lo stesso Orlando, riferiva che la soppressione del Tribunale di Rossano ed il suo accorpamento a quello di Castrovillari era da rivedere poiché frutto di un evidente errore. L’ex Presidente della Commissione antimafia On. Rosi Bindi sottolineava la peculiarità del territorio del circondario di Rossano, caratterizzato da una pesante presenza della criminalità organizzata. L’ex ministro degli interni Marco Minniti, sia nella sua venuta a Rossano in occasione di un convegno in data 22.12.2012 nell’Aula Magna del Tribunale e in numerosi altri incontri, affermava ripetutamente che il tribunale di Rossano non doveva essere soppresso e che si trattava di un errore madornale da correggere. L’europarlamentare Lorenzo Cesa preannunciava un interessamento presso il Parlamento Europea in Commissione petizioni, mentre gli onorevoli Maurizio Gasparri e Enza Bruno Bossio continuavano a sostenere le tesi della riapertura anche mediante interrogazioni parlamentari. L’ex sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli che avviava un’ispezione interna al Palazzo di Giustizia di Castrovillari senza avere più traccia circa esiti. L’ultima burla risiede nel contratto di governo giallo-verde del 2018 (M5s-Lega) quando al punto 12 si parlava di riapertura dei tribunali minori. Sono trascorsi tre anni e ancora tutto tace.