Il male dei mali del nord-est calabrese continua ad essere il costruendo l’ospedale della Sibaritide, anche di riflesso. Perché da quando se ne parla, in previsione di una fatidica entrata in esercizio – se e soprattutto quando – è iniziata la graduale ma continua spoliazione dei servizi sanitari sul territorio, coincisa con quella ventata di spending review sancita dal governo Monti. Da allora, sono proseguiti i tagli anche nell’ospedale spoke a “due teste” di Corigliano Rossano, il “Giannettasio” ed il “Compagna”, già saccheggiati abbondantemente negli ultimi decenni. L’onda lunga di quell’effetto sta abbattendosi contro i due presidi cittadini quotidianamente, con l’aggravante di non riuscire a rimettere in moto il turnover del personale – bloccato per anni in nome del risparmio – già carente e difficilmente reperibile sul mercato del lavoro.

E così arriviamo ai problemi di oggi nelle Unità operative complesse di Pneumologia (e Pneumologia Covid), Ginecologia e Farmacia, tutte a rischio chiusura per le piante organiche più che ridotte all’osso.

Emblematico è il caso della Pneumologia del Giannettasio, al servizio di tutta la provincia di Cosenza – e non solo – durante la pandemia, primo fronte antivirale allestito dall’Asp di Cosenza con il supporto di 40 posti letto. Conclusasi la fase emergenziale, il reparto ha continuato ad offrire prestazioni, e questo fino alle prossime ore, perché un non meglio specificato ordine di servizio ha invitato la direzione del reparto a non accettare più ricoveri, se non nell’ala Covid per pazienti affetti dalle complicanze virali. E questo perché, paradossalmente, la Pneumologia rossanese oggi è un reparto fantasma: sarà contemplato nell’atto aziendale dell’Asp – non ancora pubblicato – che a sua volta resta in standby, in attesa della revisione del famigerato Dca 64, la “nuova” rete ospedaliera calabrese che sarà ratificata dalla Regione.

Una situazione che si ripercuote sui 17 infermieri che in periodi di crisi e carestie di personale come quello in atto, fanno “gola” a molti altri reparti.
Insomma, la situazione è in fase critica: la continua spoliazione sfocerà con la chiusura di un reparto che negli ultimi mesi offriva anche il servizio di Pneumologia riabilitativa, per tutti quei pazienti che avevano necessità di ristabilire la funzionalità polmonare dopo lunghi periodi passati – ad esempio – in Rianimazione o stressati delle complicanze Covid.

Nel reparto è, peraltro, previsto anche un ambulatorio pneumologico, con lavori già ultimati e tanto di bando di gara pubblicato per l’acquisto di attrezzature come broncoscopio e spirometria.

La sensazione diffusa, anche della politica, è che un servizio del genere non solo non viene supportato a dovere, ma ne esce ridimensionato o peggio, depredato.
L’obiettivo di queste ore è, dunque, quello di dimettere i pazienti negativi dal reparto e mantenere solo quelli affetti dal virus nell’ala Covid della Pneumologia.

Stasi: «L’Asp dia risposte o intraprenderò iniziative istituzionali»

Sull’argomento, in queste ore, è intervenuto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. «Qualche giorno fa sono dovuto intervenire per la presunta chiusura della Farmacia del plesso Compagna del nostro Spoke, ricevendo rassicurazioni da parte dei vertici dell’Azienda Sanitaria. Qualche mese prima è stato il turno del reparto di Ginecologia-Ostetrica a causa del pensionamento del dirigente – dichiara il sindaco – una situazione che ancora non mi risulta ben assestata e che richiede maggiore impegno. Ora apprendo della chiusura di fatto della Pneumologia, con lo spostamento continuo di risorse verso altri reparti. Direi che la misura è colma».
«Se per le difficoltà della Ginecologia c’erano quanto meno delle attenuanti in termini di organico e di circostanze, che comunque richiedono ancora delle misure correttive perché non mi risulta che il reparto stia funzionando a pieno regime – insiste il primo cittadino – per quel che riguarda la Farmacia e la Pneumologia non c’è alcuna giustificazione che tenga, e mi aspetto dal direttore generale dell’Asp di Cosenza degli atti concreti che vadano nella direzione esattamente opposta, oppure come Amministrazione sarò costretto ad intraprendere iniziative istituzionali che vorrei evitare».

«Peraltro i dirigenti dell’Asp sanno benissimo – conclude Flavio Stasi – che tanto l’Unità di Pneumologia quanto la distribuzione della Farmacia dovranno essere consolidate nel futuro atto aziendale, insieme alla emodinamica, come conditio sine qua non affinché il territorio accolga la nuova pianificazione, così come concordato con le precedenti amministrazioni commissariali dell’Azienda. Si tratta, dunque, di essere coerenti e concreti».