VIDEO | Il presidente della Progetto Sud nel braccio di ferro con la Prefettura ha rinunciato al bando con il quale gestiva il Centro di Falerna e i migranti sono stati trasferiti altrove
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Era nato il nove aprile del 2016 il Cas di Falerna Paese gestito dalla Comunità Progetto Sud. Una realtà che ospitava, su sua precisa richiesta, solo donne e bambini. Poi il decreto Salvini, il taglio dei fondi destinati all’inclusione, la previsione solo di un mero mantenimento, vitto e alloggio e, infine, a chiudere, anche la disposizione di dovere accogliere incondizionatamente uomini, donne e bambini.
Disposizioni strette e che non rispettavano la sua visione di accoglienza e così la Comunità Progetto Sud ha rinunciato al bando che aveva nuovamente vinto a maggio e per tutta risposta la Prefettura il 20 giugno scorso, giornata del rifugiato, ha portato via undici persone, tra i quali cinque bambini, trasferendoli nel Cas di Conflenti.
Don Giacomo Panizza, fondatore e presidente della Progetto Sud, non ci sta e invita a riflettere su quanto sta accadendo: «L’Italia ha firmato con le Nazioni Unite lo statuto del rifugiato e ora sta venendo meno a quanto ha concordato. Non si tratta di dare rifugio a barche, ma a persone e come tali vanno trattate. A una persona non si deve dare solo da mangiare e dormire. L’inclusione, inoltre, gli permette di avere dei doveri. Devono capire dove sono per poterli sviluppare. Hanno il diritto di avere dei doveri».
Panizza poi sottolinea: «È improprio dire decreto Salvini, il decreto è del governo. Salvini è il primo firmatario ma tutto il governo è coinvolto». Due donne e un bimbo non hanno voluto lasciare il centro e i percorsi intrapresi. Di loro continua ad occuparsi la Progetto Sud completamente a suo carico perché di imporgli un trasferimento o di trattarli alla pari di bagagli non ha avuto nessuna intenzione.
Tanto è che don Giacomo chiosa: «Prova tu Stato a mettere su un centro di accoglienza straordinaria e vieni tu a vedere quelle donne e quei bambini di cosa hanno bisogno».