Turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d'ufficio e frode in pubblica fornitura sono tra i reati contestati a vario titolo al governatore e al sindaco di Cosenza. Coinvolti anche l'ex consigliere regionale
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Chiede il giudizio per tutti gli indagati dell'inchiesta Passpartout, la Procura di Catanzaro che ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per Nicola Adamo, Mario Oliverio, Luigi Zinno, Giuseppe Lo Feudo, Pietro Ventura, Rocco Borgia, Antonio Capistro, Giuseppe Trifirò, Mario Occhiuto, Luigi Incarnato, Luca Morrone, Tito Berti Nulli, Santo Marazzita, Pasquale Gidaro, Arturo Veltri, Giulio Marchi, Armando Latini, Giovanni Forciniti, Fortunato Varone e Eugenia Montilla. In particolare, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, Nicola Adamo, il dirigente regionale Luigi Zinno e Giuseppe Lo Feudo sono accusati di aver organizzato e promosso un'associazione per delinquere con lo scopo di commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione. I reati contestati nello specifico sono turbata libertà degli incanti, corruzione, traffico di influenze illecite, abuso d'ufficio e frode nelle pubbliche forniture.
Tra gli indagati figura anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, accusato di corruzione assieme al presidente della Regione Mario Oliverio e al funzionario regionale Luigi Zinno. Il primo cittadino di Cosenza avrebbe compiuto atti contrari ai suoi doveri di ufficio nell'ambito della sottoscrizione dell'accordo di programma per la metropolitana di superficie. In cambio della realizzazione dell'infrastruttura accettava quale utilità indebita la promessa avanzata in concorso dal governatore Mario Oliverio e da Luigi Zinno di ottenere da parte della Regione Calabria i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del museo di Alarico oggetto di gara d'appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza nell'ambito dell'intervento di riqualificazione della confluenza del fiume Crati e Busento.
Luana Costa
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