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Intervista-confessione per Chiara Rizzo, che al Tg1 parla dei suoi mesi da reclusa, e ribadisce di voler tornare alla sua normale vita non appena sarà finito il processo, ‘ingiusto’. Nessuna risposta sul presunto innamoramento da parte di Scajola, né sul mancato rientro da Dubai di Amedeo Matacena, ma qualche ammissione sui colloqui con l’ex ministro dell’interno.
“E’ vero che con Claudio Scajola parlavamo del Libano – ha dichiarato la Rizzo – è vero che lui mi aveva detto che erano tutte cose lecite e che si trattava solo di cercare un asilo politico. Scajola è sempre pronto ad aiutare”. “Lady Champagne? Sono astemia – aggiunge – ma mi hanno descritto in maniera esagerata, la forza me la danno i miei figli. Ho trascorso 192 giorni in stato di detenzione, di cui 59 in carcere e il resto ai domiciliari a 1.400 chilometri di distanza da Montecarlo, dalla mia casa e dai miei figli”.
“Tutto il patrimonio di mio marito di cui si è parlato, è tutto lecito – conclude la Rizzo – io non ho schermato niente e non avevo nessun motivo di schermare nulla. Confische non ce ne sono state”.
Matacena da Dubai – All’intervista di Chiara Rizzo, ha immediatamente risposto Matacena da Dubai, con una nota all’Ansa.
“Mia moglie ha subito un abuso di potere con l’esercizio del sequestro di persona – ha dichiarato l’ex parlamentare di Forza Italia – come ho già detto sarei tornato se fosse servito a farla liberare. La cosa che mi ha fatto male è stato notare che Chiara non portava la fede. So che mi ama e io amo lei. Se fosse venuta di persona a chiedermi di tornare per salvare il matrimonio e la famiglia sarei tornato subito. Ma altrimenti cosa tornavo a fare per stare tutti e due in cella e senza poter aiutare i nostri figli? Almeno così ho la possibilità di parlare con mio figlio. (..) So che queste storie delle relazioni non stavano né in cielo né in terra, come anche quella con Caltagirone”.