L’ex sindaco di Riace è conosciuto in tutto il mondo per avere proposto un modello di accoglienza sostenuto negli anni da politici e intellettuali
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Il riconoscimento della rivista americana “Fortune”, che lo inserì tra le cinquanta personalità più influenti al mondo; il documentario del regista Wim Venders sulla sua esperienza di sindaco dell'accoglienza; il sostegno di politici e intellettuali, poi l'arresto nell'ambito dell'inchiesta della procura di Locri che il 2 ottobre del 2018 travolse il suo “modello” Riace, famoso in tutto il mondo per l'accoglienza ai migranti, ora la pesante condanna a 13 anni e 2 mesi di carcere inflittagli dal Tribunale di Locri.
Mimmo Lucano ha conosciuto l'altare e la polvere. Non è più sindaco, ma il suo nome continua a suscitare passioni contrastanti: quelle di chi lo innalza a icona della solidarietà e quelle di chi lo vede come simbolo di un'accoglienza indiscriminata che minaccia il Paese.
Sindaco di Riace oggi è Antonino Trifoli, sostenuto anche dalla Lega, mentre l'ex primo cittadino, a cui la magistratura aveva imposto il divieto di dimora dopo l'inchiesta "Xenia" che lo aveva portato ai domiciliari per presunte irregolarità nella gestione dei fondi destinati all'accoglienza, oltre che per violazioni alle leggi sull'immigrazione attraverso la celebrazione di matrimoni che sarebbero stati combinati al solo fine di far ottenere agli interessati il diritto di restare in Italia, alle elezioni successive al suo arresto non era stato neanche eletto consigliere comunale.
Lucano, peraltro, è candidato alle regionali che si terranno il 3 e 4 ottobre prossimi, capolista con “Un’altra Calabria è possibile” in tutte e tre le circoscrizioni calabresi, a sostegno della candidatura di Luigi de Magistris alla presidenza Riace è un centro di 1.800 abitanti situato sulla costa ionica reggina, il cui destino è indissolubilmente legato al mare. Nel 1972 il ritrovamento dei Bronzi, le due statue di epoca greca dimenticate per secoli sui fondali dello Jonio prima di essere individuate da un sub per essere esposte nel museo della Magna Grecia di Reggio Calabria; negli anni Novanta lo sbarco dei primi migranti. Lucano ha più volte rievocato quell'evento come una grande occasione per la sua comunità. «Immaginate - disse - la piazza di un paese deserta. Una panchina su cui sono seduti due o tre anziani e nulla di più, una realtà dove domina la rassegnazione. Poi, improvvisamente, il paese si anima, la piazza torna a popolarsi, a vivere, a regalare rumori e sorrisi».
Una fotografia che descriveva bene la condizione di Riace e che ha portato Domenico Lucano a conquistare riconoscimenti nazionali ed internazionali, diventando in poco tempo l’immagine dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso il recupero di mestieri e tradizioni dimenticati dagli abitanti del posto e fatti rivivere dai nuovi arrivati nelle loro botteghe aperte nel centro storico del paese.