Avrebbero dovuto inaugurare il nuovo locale a giorni, invece un raid notturno a opera di ignoti ha mandato all'aria il piano, facendo slittare l'apertura. È accaduto due notti fa a Cetraro, a danno di alcuni ragazzi del posto che avevano deciso di aprire una pizzeria e friggitoria in paese. Qualcuno, col favore del buio, ha sfondato la porta e devastato il forno, mandandolo in frantumi.

Il sindaco: «Non consentiremo ritorni al passato»

«L’atto intimidatorio perpetrato ai danni di giovani imprenditori che in questo non favorevole momento per l’economia hanno deciso di investire in una attività ristorativa deve preoccupare ed indignare non solo la pubblica amministrazione ma l’intera città», ha detto il sindaco Angelo Aita, che poi ha continuato: «Chi vorrebbe far precipitare la comunità in un clima di paura e violenza che purtroppo la stessa ha già vissuto negli anni più difficili della nostra storia recente sappia che il sindaco e l’amministrazione comunale insieme alle forze sane e democratiche di Cetraro non consentiranno pericolosi ritorni al passato che dilapiderebbero il prezioso lavoro finalizzato al ripristino dell’agibilità democratica svolto da questa e dalle precedenti amministrazioni negli anni scorsi».

 

Il riferimento del primo cittadino è, probabilmente, alla cupola mafiosa locale di matrice 'ndranghetista che per anni, secondo la magistratura, ha tenuto sotto scacco la comunità. 

La ferma condanna

«Oltre ad esprimere un sentimento di vicinanza ed incondizionata solidarietà ai nostri giovani imprenditori e rassicurare loro l’attenzione delle forze dell’ordine che già stanno svolgendo un’utile attività investigativa – ha detto ancora Aita –, condanniamo con disprezzo gli autori materiali di tale inqualificabile gesto, certi che verranno quanto prima assicurati alla giustizia».

«Basta polemiche»

Nonostante il momento delicato, in paese si sarebbe trovato il tempo e la voglia di speculare l'accaduto. «Con lo stesso disprezzo – ha tuonato il sindaco – dobbiamo purtroppo condannare atteggiamenti ed esternazioni in cui mai avremmo pensato di imbatterci e a firma di autorevoli esponenti delle istituzioni, non solo locali, di forze politiche e di movimenti politico-culturali, che invece di fare fronte comune, come da buona prassi, con i rappresentanti del governo, strumentalmente li accusano di corresponsabilità in simili atti vandalici».

A pochi giorni dall'anniversario dell'omicidio Losardo

«A poco meno di quarant'anni dalla ricorrenza del barbaro omicidio di Giovanni Losardo – ha detto in ultimo il primo cittadino –, l’augurio è ancora una volta che a prevalere sul destino dei singoli sia quello della comunità e che tutte le forze politiche recuperino quell’atteggiamento di coesione e responsabilità e quello stile politico che ha consentito loro nel tempo di ridimensionare il potere mafioso e restituire alla cittadinanza libertà e serenità».

Chi era Giannino Losardo

Giovanni Losardo, detto Giannino, era consigliere comunale dell'assise cittadina quando il 21 giugno del 1980, fu crivellato di colpi da due killer in sella a un motorino mentre rientrava in auto verso la sua casa. Morì il giorno successivo all'ospedale di Paola. L'omicidio si è consumato negli ambienti di 'ndrangheta, hanno detto successivamente i magistrati, per vendetta nei confronti di Losardo, segretario capo della Procura di Paola ed esponente del Partito comunista italiano, che aveva dato vita una dura azione di contrasto contro la criminalità organizzata.

 

La sua morte rappresenta ancora una ferita aperta per la città di Cetraro, vissuta per anni sotto l'egemonia del clan locale dei Muto, oggi sgominato grazie all'operazione della Dda di Catanzaro, denominata Frontiera, avvenuta nel 2016.