«Non intendo dare giustificazioni, ma solo salvaguardare la mia dignità professionale che, al momento, mi interessa ancor di più di quella personale». Lo afferma Vincenzo Cesareo in un post su facebook. Il direttore sanitario dell’ospedale Spoke di Cetraro-Paola, indagato dalla Procura della Repubblica di Paola con le accuse di peculato, truffa e falso, nonché di avere somministrato indebitamente il vaccino anti Covid a suoi amici, esce allo scoperto.

«La campagna mediatica – continua Cesareo - di fango su di me prosegue a ritmo serrato ed è in iniziata, guarda un po’, ancor prima che bussassero alla mia porta i Nas ieri mattina intorno alle 7.10 per le perquisizioni ed i sequestri ordinati dal giudice. Bene il mostro è stato sbattuto in prima pagina per i reati di peculato, truffa, falso etc., manca solo l'art.416 o magari il 416 bis. Dunque tra le accuse rivoltemi ci sarebbe il fatto che avrei fatto fare il tampone molecolare a parenti ed amici come risulta da una intercettazione nella quale avrei detto " tampono anche i gatti". A nessuno dei media interessa conoscere il significato, per cui ve lo scrivo. Significava, semplicemente, che il tampone andava fatto a tutti per poter garantire la tracciabilità e contenere il virus. Comunque nella vaga ipotesi di accusa non si evince quali sarebbero questi parenti ed amici, e che avrei fatto tamponare una intera squadra di calcio di Fuscaldo dove si erano verificate delle positività, per cui era necessario procedere ai tamponi anche di parenti ed amici dei calciatori e dei dirigenti da parte del dipartimento di prevenzione dell'Asp di Cosenza».

Ammette di aver somministrato il vaccino anti-Covid a persone che non ne avevano diritto ma «ne ho vaccinati due extra, che si trovavano nell'ospedale dove erano rimaste delle siringhe pronte per vaccino che se non le avessi utilizzate sarebbero andate buttate!».

Non risponde però nel merito delle accuse derivanti dall’attività investigativa - condotta anche attraverso il tracciamento Gps e le intercettazioni ambientali - dalla quale risultano circa 100 utilizzi illegittimi dell’auto aziendale, con la quale sarebbe andato più volte a fare shopping, oltre che accompagnarsi con l’amante, invece di partecipare alle riunioni sull’emergenza Covid. Rivendica, invece, «la riapertura della Pneumologia Covid dedicata aumentando addirittura i posti letto che da 6 sono diventati 21». «In verità a me le riunioni inutili non sono mai piaciute – prosegue Cesareo -, perché perdita di tempo, sono abituato ad agire, ho la cultura e la determinazione del fare. Ma se c'è un dato incontrovertibile è quello che i reparti covid dedicati a Cetraro li ho attivati io!»