Il direttore sanitario dello Spoke di Cetraro-Paola, sospeso perché accusato di truffa e peculato, è un accanito utente facebook. Ecco alcune “perle” incastonate nella sua bacheca
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Il dottor Vincenzo Cesareo - direttore sanitario di Cetraro-Paola al centro di un'inchiesta della Procura di Paola - è un social addicted, che tradotto vuol dire: un social dipendente. La sua pagina facebook è una fonte inesauribile di post, anche molto articolati, divisi tra argomenti sentimentali, disamine politiche e, naturalmente sanitarie con qualche intermezzo poetico.
Vaccini pericolosi
Dal momento dello scoppio dell’epidemia le sue posizioni sono rimaste molto liquide. Dagli appelli a rimanere in casa durante il lockdown, al complottismo internazionale; dalla condivisione delle tesi di Montanari (famoso per essere un no-vax), alla dichiarazione sull’inutilità delle mascherine fino all’ultimo trend topic: il vaccino, ritenuto, scrive, «pericoloso per le donne in età fertile e per chiunque, visto l’alto rischio di sviluppare in futuro una malattia autoimmune». Salvo poi essere tra i primi a farsi immunizzare (e fotografare).
Ragazzi fuori e mascherine inutili
È così Cesareo, sospeso tra qui e lì, tra gli inviti alla prudenza e gli appelli a riprendere la vita di sempre (clamoroso il post in cui il 19 novembre invitava i ragazzi a uscire, vedersi in piazza e baciarsi). Ma anche sul fronte delle protezioni, è un po’ bifronte. Se a marzo plaude al rifornimento di mascherine nell’ospedale, a ottobre condivide la sentenza di un giudice di pace sull’illegittimità dell’obbligo delle mascherine, e a un utente risponde: non servono, è solo una questione di business.
Scaricate Immuni? Cancellatemi
Ne ha anche per l’app Immuni. Di essere incluso nel tracciamento proprio non ne vuole sapere, tanto che invita i suoi amici social a cancellarlo piuttosto che a includerlo nella rubrica dei contatti caricati sulla app personale.
L’esempio di Germania e Svezia
Anche sulla linea strategica da adottare per affrontare l’emergenza sanitaria, Cesareo, non è timido per niente sui social. «Facciamo come in Svezia, proteggiamo le categorie a rischio e riapriamo tutto! Basta, è ora di finirla con questa folle e criminale gestione dell'emergenza Covid» scrive a un certo punto senza tener conto che la Svezia è uno di quei Paesi che sta pagando lo scotto più alto in termine di vittime proprio perché ha aperto tutto.
E anche sulla Germania Cesareo prende un granchio. Il 2 maggio scrive: «In Germania adesso il virus divampa? Fake news». Quello che sta accadendo in Germania lo sappiamo tutti: il governo pensando a un lockdown ancora più duro.
Gli asintomatici sono un bene
Ma è sugli asintomatici che Cesareo conduce una vera e propria battaglia: non sono contagiosi. Di questo ne è certo. «Chi crede che “positivo asintomatico” significhi “malato occulto”, sbaglia. E molti lo fanno in malafede. Significa “persona sulla quale il virus non ha più forza di generare alcuna malattia”. Ogni giorno se ne scoprono di più? Bene, esultate perchè bisogna considerarli un bene dell’umanità. Vuol dire che il Covid-19 è diventato banale, ci siamo adattati, abbiamo sviluppato l’immunità di gregge, il virus sta finendo». Se anche Boris Johnson ha cambiato idea sul concetto di immunità di gregge (dopo che ha sbattuto la testa contro il virus), Cesareo invece ne è convinto fino in fondo, pur non essendo lui né virologo e né epidemiologo ma convinto assertore che sia l’ignoranza il vero virus.
Poliziotto buono poliziotto cattivo
Neppure i guai con la giustizia hanno spento la sua passione per i social. Tre giorni fa Cesareo affida al web le sue ultime conclusioni sullo stato della pandemia. «Era già tutto deciso – scrive -: il virus è la scusa per distruggere economia e sociale e sostituirli con digitale. Il lockdown generale è già stato deciso da tempo. Tutte le oscillazioni di queste settimane sono soltanto gioco del poliziotto buono e cattivo, tattica per imporre la decisione gradualmente, testando volta a volta le reazioni. Il progetto è chiaro. Non ha niente a che vedere con la situazione sanitaria, che è sotto controllo». Insomma a sentire Cesareo più che in pandemia siamo in un film di Terry Gilliam.