VIDEO | Oggi a Catanzaro l'addio alla 61enne vittima della tragedia assieme al 24enne Said Hannaoui. Il parroco: «Chi doveva avvisare sulla situazione di quel passaggio a livello ha sulla coscienza il loro sangue»
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Centinaia di persone hanno affollato la chiesa di S. Teresa del Gesù Bambino a Catanzaro per l’ultimo saluto a Maria Pansini, la capotreno 61enne morta nell'incidente ferroviario di Corigliano-Rossano. Il parroco don Ivan Rauti ha detto che «al di là delle frasi di circostanza chi doveva avvisare sulla situazione di quel passaggio a livello ha sulla coscienza il sangue suo e del giovane autista morto».
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L’incidente è infatti costato la vita anche al 24enne Said Hannaoui, che era alla guida del camion rimasto incastrato sui binari e travolto dal convoglio. Anche il giovane, che lavorava per una ditta di trasporti del Salernitano, era in servizio quando si è verificata la tragedia.
Alle esequie era presente il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che al termine della cerimonia si è fermato a porgere le sue condoglianze a Valeria Amisano, figlia di Maria Pansini. Per oggi è stato proclamato il lutto cittadino.
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Alla cerimonia anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. «Oggi - ha detto - la città di Maria Pansini è avvolta da un velo di tristezza. Con cuore pesante e in un momento di dolore, abbiamo negli occhi il suo volto solare e la sincera passione con cui svolgeva le sue funzioni. Un pensiero di cordoglio anche alla famiglia del giovanissimo Hannoui Said, vittima anche lui dell’incidente ferroviario sulla linea Sibari-Catanzaro».
«Nulla può lenire la sofferenza per una perdita improvvisa e inaspettata. La città di Catanzaro e la Calabria - ha aggiunto - perdono una donna simbolo dell’attaccamento al lavoro, che ha dedicato la sua vita al servizio della collettività. Dobbiamo avere verso Maria Pansini, cui mi legano un’infinità di ricordi personali e familiari, e verso la sua dedizione e professionalità sul lavoro, gratitudine e rispetto. Il suo spirito generoso rimarrà nei nostri cuori per sempre. E il nostro impegno è far sì che il suo sacrificio sia da monito per tutti coloro che hanno il potere di fermare le stragi bianche. L’angosciante ingiustizia per le tante vite spezzate sul lavoro, un elenco di nomi sempre più lungo, è un’offesa intollerabile ai valori su cui è fondata la nostra convivenza».