I carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli, hanno catturato il killer della 'ndrangheta Sestito Massimiliano, evaso dai domiciliari a Pero, nel milanese, il 30 gennaio. Il fuggiasco è stato rintracciato e catturato dai militari alla Stazione Circumvesuviana di Sant'Anastasia in provincia di Napoli.

Era da solo davanti alla stazione e aspettava un taxi. In suo possesso un documento di identità del fratello, con il quale esiste una notevole somiglianza. Sono in corso indagini per accertare da dove provenisse e dove intendesse dirigersi.

Per catturare il killer della 'ndrangheta Massimiliano Sestito sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche: è quanto spiegato dai carabinieri. Il grandissimo e immediato impegno dei militari è stato «anche dovuto alla volontà di onorare l'appuntato dei carabinieri Renato Lio ucciso nel 1991». Per arrivare a Sestito sono stati utilizzate anche il monitoraggio del web e le indagini sulle relazione dell'assassino che si ritiene avesse "coperture" dove è stato arrestato. 

Alla ricerca dell'evaso hanno preso parte, fra l'altro, i Nuclei investigativi dell'Arma di Milano e di Napoli, la Compagnia di Rho (Milano) e il Reparto operativo partenopeo. I carabinieri - è stato spiegato - hanno lavorato giorno e notto dispiegando tutti i mezzi necessari e utilizzando un numero imponente di militari. L'obiettivo è stato quello di agire nella maniera più tempestiva possibile per impedire a Sestito di diventare irreperibile

Il killer di ‘ndrangheta Massimiliano Sestito è evaso dagli arresti domiciliari nella tarda serata del 30 gennaio dall’appartamento del padre a Rho, in provincia di Milano. Il 52enne, già condannato a 30 anni per l’omicidio dell'appuntato dei carabinieri Renato Lio, ucciso il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato, in provincia di Catanzaro, era in attesa di una sentenza della Cassazione per un altro omicidio, quello del boss Vincenzo Femia, esponente di spicco nel panorama criminale della Capitale, ucciso da un commando il 24 gennaio in località Castel di Leva, all'estrema periferia di Roma. Per questo fatto Sestito era finito a processo.

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Condannato in primo grado all’ergastolo, era stato assolto nel 2019 dalla Corte d’appello di Roma. Era stato scarcerato dal penitenziario di Terni e sottoposto dal 12 gennaio ai domiciliari in attesa del verdetto della Cassazione previsto per il 3 febbraio. Sestito, considerato affiliato alla cosca catanzarese "Iozzo-Procopio-Chiefari", era già fuggito nell’agosto 2013 durante un permesso premio. La Squadra mobile di Roma lo aveva catturato un mese dopo mentre si trovava in spiaggia a Palinuro (Salerno).