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"Oggi è un’altra bella giornata per tutti e per il Paese, perché oggi la giustizia - dice il Ministro dell'Interno Angelino Alfano in una nota - ha vinto ancora una volta e ha vinto in modo eclatante con l’individuazione e l’arresto di due boss "capicosca" della 'ndrangheta, catturati in un bunker in provincia di Reggio Calabria".
"La Squadra Mobile e gli uomini dello Sco della Polizia di Stato, - continua il ministro- con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno arrestato così, in una operazione di altissimo livello, Giuseppe Ferraro, latitante da quasi vent'anni e condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Giuseppe Crea, il maggiore esponente della 'ndrangheta tirannica, ricercato da dieci per associazione mafiosa, entrambi esponenti dei clan della Piana di Gioia Tauro e inseriti nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia".
"Questo - continua ancora Alfano - a dimostrazione del fatto che non si può sfuggire per sempre alla giustizia perché la squadra-Stato lavora ogni giorno per ripulire il territorio dalla mala pianta del crimine organizzato, perché i cittadini, che della squadra-Stato fanno parte, possano credere sempre di più nella forza delle istituzioni".
Il capo della polizia Alessandro Pansa, in relazione alla cattura dei due superlatitanti, ha detto: "In pochi giorni la polizia di Stato ha ottenuto un altro successo investigativo a Reggio Calabria".
"L'operazione conclusa oggi - dichiara i capo della polizia Alessandro Pansa - testimonia lo straordinario impegno della polizia di Stato nella lotta alla criminalità organizzata». «Un ringraziamento - conclude Pansa - va a tutti i poliziotti che con grande senso del dovere e spirito di sacrificio lavorano quotidianamente per garantire la legalità e il vivere civile".
Secondo il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, "l'arresto dei due latitanti di 'ndrangheta rappresenta il risultato di una strettissima sinergia della Dda con la Squadra mobile di Reggio Calabria".
"La liberazione del territorio dai due pericolosissimi latitanti - ha continuato De Raho - può rappresentare l’inizio di una maggiore vicinanza della gente verso la Procura di Reggio Calabria e la polizia di stato al fine di illuminare fatti gravissimi come l’omicidio di Francesco Maria Inzitari. É proprio in quel contesto di 'ndrangheta che maturò tale fatto e tanti altri gravissimi".