«Non si può fare di tutta l'erba un fascio»: ribatte così una rom residente in viale Isonzo, rispondendo a chi sostiene che molti cittadini qui delinquono. «Siamo tutti figli di Dio - aggiunge - non è affatto vero quel che si dice». E sarà pur vero che dinnanzi agli occhi di Dio gli uomini sono tutti uguali ma è verità altrettanto consolidata che le cose terrene rispondano a tutt'altre leggi. E in questa vita gli uomini si affannano a guadagnarsi la giornata: chi in maniera lecita, chi meno.

 

«Mi hanno fatto di tutto e di più - racconta una residente, legittima assegnataria di un alloggio popolare in viale Isonzo -. Le dico solo che mio marito si è fatto sei mesi di carcere per errore». Benvenuti in viale Isonzo, realtà rimossa dalle coordinate mentali di amministratori e dei cittadini della Catanzaro "bene" ma luogo fisico ben piantato negli occhi e nelle coscienze di chi ci vive intrappolato senza possibilità di fuga. «Qui non si può stare - racconta un altro residente -. Io abito qui nel palazzo di fronte ma solo perchè non ho possibilità economica, sono invalido ma non percepisco neppure la pensione, altrimenti sarei andato a vivere in una baracca pur di non restare qui». Qui dove ogni regola è sovvertita, dove gli alloggi sfondati diventano degradato ricovero per i tossici e i residenti ci vivono come una discarica a cielo aperto. «Da quando mi sono trasferito qui, come dire, mi sembra di vivere in un inferno. Non si può dormire, non si può uscire con la macchina perchè fanno come vogliono loro».