Il provvedimento è stato emesso dal presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti. La vicenda scaturisce dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza che hanno consentito di disvelare doppi pagamenti che l’Asp aveva effettuato nei confronti della casa di cura
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La Guardia di Finanza e gli ufficiali giudiziari di Catanzaro hanno dato esecuzione al sequestro conservativo, fino a concorrenza della somma di oltre 20 milioni di euro, emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti, nei confronti della casa di cura Villa Sant’Anna Spa e del relativo amministratore pro tempore, Rosanna Frontera. L'attività è stata coordinata dal procuratore Regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal vice procuratore Generale Giovanni Di Pietro,
La vicenda scaturisce dalle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro che hanno consentito di disvelare doppi pagamenti che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro aveva effettuato nei confronti della casa di cura Villa Sant’anna Spa, come corrispettivo delle medesime prestazioni, con conseguente danno erariale ascrivibile al management della casa di cura privata accreditata con il servizio sanitario nazionale, nonché ai vertici pro tempore dell’azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro.
In particolare, le indagini svolte dalle fiamme gialle avevano fatto emergere la stipula di un contratto di cessione tra Villa Sant’anna Spa e la società Opera Spv Srl, avente ad oggetto il credito scaturente da alcune fatture emesse dalla casa di cura (per un valore nominale gonfiato) nei confronti dell’Asp di Catanzaro. Dopo la cessione, Opera Spv Srl aveva eseguito un’operazione di cartolarizzazione del credito acquistato facendosi assegnare, in assenza di adeguata difesa da parte dell’Asp, diversi milioni di euro nell’ambito di 9 procedure esecutive azionate innanzi ai Tribunali di Modena e di Roma. Il procedimento contabile conseguentemente instaurato ha determinato lo scorso 29 novembre la condanna in primo grado di sei persone a risarcire danno erariale pari a oltre 20 milioni di euro, comprensivo della rivalutazione monetaria e degli interessi legali, per aver sottoposto l’Asp di Catanzaro ad azioni esecutive tese al riconoscimento di crediti già soddisfatti.