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Sono da poco passate le ore 21.00 quando, nel parcheggio di un supermercato di viale Magna Grecia, arriva una Fiat 500. È già orario di chiusura per il supermercato e lo spiazzo è praticamente deserto. La 500 arresta la propria marcia proprio al centro dello slargo, posizione dalla quale si può osservare senza alcuna difficoltà l’uscita dei dipendenti del supermarket. A bordo ci sono due fratelli catanzaresi, P.Z e D.Z., rispettivamente di 26 e 18 anni. I due non scendono subito dall’automobile: rimangono inizialmente in attesa per alcuni minuti poiché il loro obiettivo si trova ancora all’interno del grande magazzino. Stanno aspettando che F.N., 31enne magazziniere del supermercato, termini la sua attività lavorativa ed esca dall’esercizio commerciale. L’intenzione è chiara: dare una lezione al giovane magazziniere, colpevole di intrattenere una relazione sentimentale con l’ex-ragazza del maggiore dei fratelli.
Alle 21.10 circa i due fratelli scendono dall’auto: sanno che quelli sono i minuti in cui la loro vittima dovrebbe uscire dal supermercato ed infatti, pochi istanti dopo F.N. esce dal grande magazzino in compagnia di alcuni colleghi, tra i quali c’è anche il suo amico M.F, catanzarese di 29 anni. A questo punto uno dei due fratelli, il maggiore, che ha con sé un bastone di legno lungo quasi mezzo metro, si avventa contro il rivale in amore e gli sferra contro un colpo. Seguono momenti di forte concitazione nel parcheggio: da un lato i due fratelli, dall’altro il magazziniere e l’amico, in mezzo gli altri dipendenti del supermarket che cercano di separare i litiganti; qualcuno chiama il 112 e implora l’operatore di inviare quanto prima una pattuglia. Volano insulti, schiaffi, pugni e colpi di bastone: l’aggressore, disarmato del proprio randello, viene a sua volta colpito violentemente in piena fronte dall’amico del magazziniere, procurandosi una profonda ferita che parte dall’arcata sopraccigliare, attraversa la fronte ed arriva ben oltre l’attaccatura dei capelli, con copiosa fuoriuscita di sangue.
Nonostante la ferita riportata, P.Z. diventa ancora più furioso e, incurante del dolore, torna verso la Fiat 500 a bordo della quale era giunto, apre il bagaglio e ne estrae il cric in dotazione; con quello torna alla carica nei confronti di dei due rivali uno dei quali trova riparo all’interno dell’automobile del responsabile del supermercato che, dopo aver messo in moto, inizia a girare per il piazzale in modo da sottrarre il suo dipendente alla furia dell’altro uomo. Ecco poi che arriva l’autoradio dell’Arma; il fratello minore, D.Z, che per primo nota l’arrivo della pattuglia, cerca allora di trattenere il fratello, senza riuscirci, dal danneggiare con il cric anche l’autovettura di F.N. I militari scendono dal mezzo e riescono con fatica ad immobilizzare una prima volta P.Z, che ha ancora il cric sporco di sangue in mano.
La sua ira è però incontenibile e solo con l’arrivo di una seconda pattuglia egli viene definitivamente bloccato ed ammanettato. Per lui, così come per i due colleghi, si renderà necessario il trasporto in ospedale; P.Z, con la fronte dilaniata dalla bastonata ricevuta, veniva medicato e dimesso con 20 giorni di prognosi; M.F., nel corso della rissa caduto a terra, riportava la frattura del polso e un’escoriazione da strisciamento, lesioni giudicate guaribili in 25 giorni; il magazziniere rivale in amore, per i colpi ricevuti, riportava una prognosi di 7 giorni. Per i tre feriti, nonché per D.Z., unico rimasto illeso, nonostante fossero tutti incensurati, è inevitabilmente scattato l’arresto per rissa; dopo la formalizzazione degli atti di rito, i 4 sono stati tutti sottoposti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.
l.c.