«Ci dica Longo se è nelle condizioni di continuare altrimenti faccia un passo indietro». È una condanna senza appello quella decretata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil questa mattina in piazza per una manifestazione che ha movimentato l'intero comparto sanitario, per l'ennesima volta.

Sotto accusa ci finisce il commissario ad acta per il piano di rientro, Guido Longo, accusato di incompetenza e immobilismo rispetto ai problemi che attanagliano la sanità calabrese. Lunga è la lista delle criticità: dalla mancata corresponsione delle indennità Covid ai dipendenti delle aziende sanitarie e ospedaliere alle assunzioni. I sindacati

«Diciamo che siamo in piazza e non ce ne siamo mai andati» ha esordito Angelo Sposato, segretario Cgil Calabria. «Abbiamo detto e continuiamo a dire che così non funziona. Bisogna cambiare passo perché è rimasto aperto ancora tutto il nodo delle assunzioni. Durante l’emergenza sono state fatte pochissime assunzioni e quelle fatte scadono il 31 luglio e ci sarà la necessità di prorogare. Inoltre, i fabbisogni attuali delle aziende sanitarie e ospedaliere non consentono di fare assunzioni, il Governo deve stralciare il debito della sanità perché in queste condizioni non si può fare sanità in Calabria.

Vi sono interi reparti che stanno chiudendo perché mancano medici, infermieri e operatori. Non ci fermeremo qua, non possiamo vedere la sanità che cade e pezzi e non fare nulla. Io non ho mai posto limiti alle gestioni commissariali ma se le gestioni commissariali devono essere queste, forse bisogna rivedere anche il sistema. Con tutto il rispetto dei generali e dei prefetti, noi abbiamo bisogno di gente che conosce la materia. Ci vuole gente, capace, convinta, non possiamo portare persone che sono a fine carriera e in qualche modo demotivate». 

«A distanza di un anno noi ci troviamo con gli stessi argomenti già trattati l’8 luglio scorso» ha precisato Luciana Giordano, segretaria Cisl Fp Calabria. «Noi oggi chiediamo finalmente il pagamento delle indennità covid al personale. È diventata una telenovela, gli unici in tutta Italia. Ma noi chiediamo anche che si dia seguito anche a tutti gli adempimenti contemplati nel decreto Calabria bis e che avrebbero liberato altre risorse per rilanciare questo settore. Purtroppo noi registriamo una forte incompetenza e incapacità a risolvere problemi, che al contrario con una buona preparazione di base, con volontà e soprattutto con il coinvolgimento dei lavoratori e delle parti sociali possiamo risolvere».

«Stiamo insistendo molto sulla questione delle assunzioni» ha aggiunto Alessandra Baldari, segretaria Fp Cgil Calabria «perché oltre all’approvazione dei piani di fabbisogno che devono partire da algoritmi diversi da quelli stabiliti dalla circolare del dicembre 2019 – dall’ex commissario Cotticelli – ma devono essere conseguenti all’approvazione del piano operativo. Se non si approva il piano operativo non si sblocca la spesa per il personale ed è quindi necessario ripartire da lì perché non è pensabile risanare le carenze di personale, di reparti di pronto soccorso sguarniti, di reparti che rischiano la chiusura con 12 milioni l’anno. Noi avremmo un potenziale di spesa di 100 milioni l’anno ma senza piano operativo, senza programmare e senza avere le autorizzazioni dal tavolo Adduce noi rimarremo paralizzati».

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