I carabinieri indagano su un uso anomalo delle card utilizzate per acquistare pranzi e cene in esercizi convenzionati con l'ateneo
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Anomalie nell'uso delle tessere mensa e importi esorbitanti addebitati alla Fondazione Umg, costola societaria dell'ateneo catanzarese che per conto dell'università gestisce il diritto allo studio. È da queste evidenze e dalla successiva denuncia presentata dai responsabili della fondazione ai carabinieri della stazione di Santa Maria che hanno preso avvio le indagini, tuttora in corso, sulle presunte irregolarità nei rimborsi richiesti dagli esercizi di ristorazione convenzionati, dove gli studenti hanno diritto, sulla base del reddito, a consumare pranzo e cena.
A far insospettire i responsabili della fondazione Umg gli ingenti addebiti di importi per consumi che sarebbero stati effettuati dagli studenti dell'ateneo anche in periodi dell'anno durante i quali notoriamente il campus è meno frequentato. D'estate, in agosto, ad esempio, gli universitari consumavano sempre pranzo e cena ma dagli accertamenti compiuti dai militari dell'arma, questi risultavano fuori sede o in ogni caso non in ateneo.
Dalle indagini è, inoltre, emerso che le tessere "incriminate", quelle che hanno fatto registrare ingenti consumi non si trovavano nella diretta disponibilità degli studenti ma sono state rinvenute all'interno di un esercizio di ristorazione convenzionato con la Fondazione Umg. Da qui l'ipotesi che le fatturazioni possano essere state gonfiate per ottenere un vantaggio economico.
Al momento le indagini dei carabinieri si stanno focalizzando sulla quantificazione dei proventi con questo sistema ottenuti nel tentativo di capire se fossero solo i titolari dell'attività di ristorazione a trarne beneficio o le somme fossero poi suddivise anche tra gli studenti titolari delle tessere mensa. Indagati risultano due coniugi, gestori dell'esercizio commerciale "infedele" mentre al vaglio degli investigatori restano le posizioni di circa cinquanta studenti possessori delle tessere "incriminate".