Il Tribunale della libertà di Catanzaro, all’esito dell’udienza del 7 luglio scorso, ha revocato la misura cautelare della custodia cautelare in carcere a Michele Marinaro, imputato nel procedimento denominato Brooklyn che ha ipotizzato presunte irregolarità nelle attività di ristrutturazione di alcune importanti opere infrastrutturali, in particolare il ponte Bisantis di Catanzaro e la strada statale 280 "dei Due Mari", arteria di collegamento tra il capoluogo e la città di Lamezia Terme.

Nello specifico, Michele Marinaro (difeso dagli avvocati Aldo Ferraro e Enzo Galeota) risponde del reato di corruzione in atti giudiziari poichè nella sua funzione di ispettore della Guardia di finanza - dapprima in servizio nella Direzione distrettuale antimafia e poi impiegato nella Presidenza del Consiglio dei ministri - avrebbe rivelato ad Eugenio Sgromo informazioni coperte da segreto istruttorio in cambio di utilità e avrebbe anche indirizzato le indagini in maniera favorevole ai due fratelli imprenditori.

Si tratta in particolare di Eugenio e Sebastiano Sgromo accusati di una serie di operazioni di intestazioni fittizie di beni allo scopo - secondo la ricostruzione della Procura - di sfuggire alle misure di prevenzione patrimoniale. Dopo la discussione dei difensori e le conclusioni del Pm, Veronica Calcagno, il Tribunale si era riservato di decidere, ed ha ora stabilito la sostituzione della misura di massimo rigore con quella degli arresti domiciliari.

Tale decisione fa seguito a quella resa lo scorso marzo dalla sesta sezione della Corte di Cassazione, che aveva infatti accolto il ricorso proposto dagli avvocati Ferraro e Galeota, annullando con rinvio l’ordinanza che era stata emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro nel novembre dello scorso anno, disponendo che fosse celebrato un nuovo giudizio di riesame nei confronti di uno degli indagati “eccellenti” del procedimento penale avviato dalla Procura di Catanzaro, che ha appunto ad oggetto l’accertamento di eventuali condizionamenti delle indagini condotte dalla Dia di Catanzaro nei confronti dei fratelli Sgromo siccome addebitabili al maresciallo Marinaro, nonché eventuali anomalie nei lavori di ristrutturazione del Ponte Morandi di Catanzaro.

Il processo è intanto approdato alla fase dibattimentale, essendo in corso di celebrazione davanti al Tribunale di Catanzaro che il prossimo settembre dovrà ammettere le prove richieste dalle parti, ed iniziare con l’esame dei testimoni introdotti dal pubblico ministero.