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Gabriella Lauritano vive a Catanzaro, in via Carlo V. Ha una famiglia e una vita in tutto e per tutto normale. Anormali sono i gradini, le scalinate e il traffico selvaggio che le impediscono di muoversi liberamente. Impossibile è per lei entrare in un negozio e scegliere un capo di abbigliamento. Per fare acquisti sosta dinnanzi la soglia delle attività commerciali, richiama l’attenzione e chiede ciò che le serve. I commessi senza far troppo caso all’assurda situazione le portano il latte, la carne, il pane e perfino il caffè sulla porta al di là della quale lei non può accedere perché la gran parte delle attività commerciali in città sono sprovviste di rampe.
Torpore generale
Nella zona di via Carlo V tutti la conoscono e la salutano. Tutti sanno che ogni giorno è solita recarsi al supermercato o in macelleria per fare acquisti, al bar per prendere il caffè eppure come in una sorta di torpore generale nessuno fa caso alla paradossale situazione: libera nello spirito nonostante le difficoltà motorie da cui è afflitta ma impedita nei movimenti da una società indifferente, da esercenti che non si adeguano alle norme e perfino da enti pubblici arroccati in palazzi posti in cima a infinite scalinate.
Parcheggi selvaggi
Transitare su corso Mazzini per Gabriella Lauritano significa esporsi continuamente al rischio di essere travolta da una vettura in transito. Le auto sono parcheggiate in maniera selvaggia su entrambi i lati della strada e in alcuni casi occupano anche il marciapiede. Dove le leggi non disciplinano i comportamenti, anche il buonsenso e la civiltà si abbandonano all’anarchia. Le poche rampe presenti sono ostruite da automobilisti alla disperata ricerca di un parcheggio e auto in sosta nei posti più impensati trasformano una normale passeggiata, in quello che una volta veniva definito il salotto buono della città, in una rischiosa corsa ad ostacoli.
Luana Costa