Un noto imprenditore catanzarese, operante nel settore della domotica, dei sistemi di allarme e della videosorveglianza, è stato ammonito per stalking dal Questore di Catanzaro.
Il provvedimento, emesso giovedì scorso, ripercorre numerosi fatti che il Questore ha qualificato come “reiterate condotte moleste e minacciose” nei confronti della ex moglie, tali da provocarle “uno stato di grave e perdurante ansia fino a temere per la propria incolumità con conseguente alterazione delle proprie abitudini di vita”.


L’imprenditore da circa due anni perseguitava l’ex moglie con email e messaggi denigratori, utilizzando le visite ai figli minorenni come mezzo di conflitto e vessazione. Per il Questore, difatti, i comportamenti dell’uomo nei confronti della donna erano tesi a sminuire la sua qualità di genitore con interferenze nella sua vita, sia in campo lavorativo che relazionale. Inoltre, il provvedimento parla espressamente di “tentativo di alienazione sociale e parentale”.
Tra le condotte denunciate vi è anche quella, non di poco conto, di aver utilizzato il sistema di videosorveglianza installato dall’uomo nella ex casa familiare per spiare la moglie. Da sottolineare, però, la collaborazione della sua società con le istituzioni pubbliche tra cui la Provincia di Catanzaro e la stessa Questura.


Il procedimento è nato a seguito di una segnalazione della consigliera regionale di parità Tonia Stumpo che ha seguito l’iter dall’inizio e indirizzato la donna al costante supporto del centro regionale antiviolenza “Mondo Rosa” di Isa Mantelli, presidente del centro calabrese di solidarietà.
Per la Stumpo «il contrasto e la prevenzione della violenza di genere deve avvenire quotidianamente e con i fatti». «In questi mesi – ha continuato - silenziosamente ma laboriosamente abbiamo fatto muro attorno a una faccenda dolorosa e inquietante che ha toccato una madre e una donna che con coraggio e determinazione ha deciso di rivolgersi alle istituzioni. Istituzioni che non sono rimaste sorde e immobili e che hanno provveduto a fare rete intorno a lei. Ringrazio pubblicamente la Questura di Catanzaro che a seguito della mia segnalazione e poi dell’istanza della donna è intervenuta con un celere ammonimento. D’altronde l’ufficio diretto dal Dott. Mario Finocchiaro si è contraddistinto positivamente già durante i mesi del primo lockdown adottando ben 100 misure di prevenzione e dimostrando concreta vicinanza alla tutela delle donne».

 


Per Teresa Esposito, coordinatrice regionale delle donne del Pd, che pure aveva seguito la vicenda: «Il provvedimento emesso dalla Questura di Catanzaro ha dei tratti rivoluzionari perché parla apertamente di tentativi di alienazione parentale, ossia quella serie di comportamenti che mirano a screditare un genitore agli occhi dei figli fino al punto di neutralizzare la figura genitoriale stessa. Tentativi di condizionamenti mirati ad annientare il rapporto genitore-figli e a compromettere il sano ed equilibrato sviluppo psicologico dei minori. Per chi, anche in politica, lotta per il superamento delle violenze di genere, sapere che ci sono istituzioni a cui affidarsi in caso di necessità, nonostante lockdown e zone rosse, ci rende sereni e orgogliosi».