L’udienza è stata sospesa a causa delle scosse sismiche che hanno colpito il territorio. In quel momento era in corso l’esame del collaboratore di giustizia, Daniele Lamanna
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Lo sciame sismico che sta interessando la provincia di Catanzaro ha avuto ripercussioni anche sul regolare svolgimento dei processi in corso presso la Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro. In particolare, nella giornata odierna era prevista un'udienza del processo relativo all'omicidio di Luca Bruni, ultimo boss della famiglia "Bella Bella" di Cosenza, ucciso il 3 gennaio 2012 da esponenti della criminalità organizzata di etnia rom, noti come gli "zingari" di Cosenza.
Terremoto Catanzaro, scosse in sequenza
Durante l'udienza, nel corso dell'esame del collaboratore di giustizia Daniele Lamanna, esecutore materiale dell'omicidio di matrice 'ndranghetista, si è verificata una prima scossa di terremoto, seguita da altre quattro in rapida successione. Dopo circa dieci minuti dall'inizio della deposizione del pentito, il presidente del collegio giudicante, Caterina Capitò, ha avviato un'interlocuzione informale con i vertici della Corte d'Appello di Catanzaro per valutare come procedere di fronte alla situazione sismica in atto.
Alla quinta scossa, registrata nel giro di quindici minuti, gli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito, difensori di Luigi Abbruzzese e Marco Abbruzzese, hanno avanzato richiesta di sospensione dell'udienza, istanza che il collegio ha accolto, interrompendo l'esame del collaboratore e disponendo un rinvio a data da destinarsi.
Al termine dell'udienza, l'avvocato Cesare Badolato ha rilasciato una breve dichiarazione: «Una situazione inquietante, e a mio modesto avviso da monitorare con attenzione, anche se non sono un geologo».
Lo stato del processo
La Corte d'Assise di Cosenza, in primo grado, aveva assolto Luigi Abbruzzese e Marco Abbruzzese dall'accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Marco Abbruzzese era stato tuttavia condannato a quattro anni e mezzo di reclusione per occultamento di cadavere. Durante il dibattimento di primo grado, la Dda di Catanzaro aveva richiesto l'ergastolo per entrambi gli imputati.