VIDEO | Vincenzo Agosto passa in rassegna punti di forza e limiti di una professione difficile ma sempre affascinante. Sul predecessore Talerico entrato in Consiglio regionale: «È per noi motivo di prestigio»
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Dal 23 febbraio gli avvocati di Catanzaro hanno un nuovo direttivo del proprio Consiglio dell’Ordine (Coa). Abbiamo intervistato il presidente dell’avvocatura catanzarese Vincenzo Agosto che ha passato in rassegna punti di forza e limiti di una professione difficile ma sempre affascinante. Gli scossoni del direttivo, i progetti, le critiche a numero dei professionisti ed alla custodia cautelare, i rapporti con Procura e Università, la riforma Cartabia ed il predecessore Talerico ora consigliere regionale.
Quali sono nel dettaglio i progetti ed i programmi?
«Il programma di questo Consiglio dell’ordine è di elevare il livello culturale e la preparazione culturale degli avvocati del Foro, perché una maggiore competenza porta maggiore tutela dei diritti di ogni indagato, di ogni persona che accede alla giurisdizione».
C’è già qualcosa di specifico che intende portare avanti?
«Intanto abbiamo già avviato un po' di corsi per comprendere le modifiche ai due codici di rito dalla riforma Cartabia, in ambito penale che in ambito civilistico. In più stiamo per riaprire i termini perché siano effettuati i corsi per la Camera arbitrale del Coa che vogliamo diventi un fiore all’occhiello. Insieme alla Fondazione della scuola forense stiamo per avviare corsi specialistici attraverso alcune tematiche specifiche».
Tra dimissioni e rinuncia e la composizione del direttivo non è stata del tutto agevole: ad esempio perché la consigliera più votata ( Amalia Garzaniti ndr) non fa parte della direzione?
«È una scelta del legislatore che ha avanzato una formulazione secondo un doppio livello elettivo; vi è una prima fase nel corso della quale vengono eletti i consiglieri e poi una seconda in cui fra gli eletti si scelgono coloro che rappresentano il Consiglio dell’Ordine nell’ambito della presidenza e dei vari ruoli. Ciò non avrebbe impedito a nessuno di ricoprire gli incarichi e di avere il ruolo in cui si viene eletti, come me che ho fatto per quattro anni il consigliere senza avere nessun carico e ritengo di averlo fatto in maniera più che dignitosa e mi sono sentito molto gratificato».
Secondo un rapporto della commissione del Consiglio d'Europa per l'efficienza della Giustizia, l'Italia accusa un numero troppo alto di avvocati ed un frequente ricorso alla custodia cautelare. E così anche nel distretto di Catanzaro?
«È così anche nel distretto di Catanzaro. Ma piuttosto che del numero di avvocati mi preoccuperei di quello dei magistrati, laddove è evidente che nel nostro distretto vi è una scopertura superiore al 15% dei giudici che dovrebbero essere addetti alle varie incombenze. Noi avvocati operiamo in un mercato libero: quindi quanto più vi è una richiesta da parte della clientela di professionisti capaci di affrontare il contenzioso tanto più vi è domanda; invece occorrerebbe domandarsi che cosa nell'ambito giurisdizionale viene portato avanti vista la carenza di magistrati, visto il fatto che i processi durano troppo, cosa che gli avvocati subiscono sulla loro pelle con problemi che quindi a cascata ricadono sui propri assistiti i quali vedono nella lungaggine del processo un decremento rispetto ai loro diritti e una posizione non soddisfacente. Noi chiediamo che si implementino il personale di cancelleria e le risorse ad esso assegnate: è chiaro che in ambito processuale quanto più vi è la risposta da parte della magistratura tanto più si avranno tempi rapidi».
Ritiene personalmente che la riforma Cartabia possa essere finalmente migliorativa con i tempi contingentati sia nel Civile che nel Penale?
«Personalmente ritengo di no perchè nel momento in cui viene variato l’ impianto processuale si è preferito tenere sempre fuori l’avvocato, metterlo a distanza tramite le norme di emergenza covid; il collo di bottiglia rimane quello, la magistratura, le decisioni: le parti non vogliono risposte nel rito, ma nel merito: sono innocente o colpevole, ho ragione oppure torto, queste sono le risposte che vogliono i clienti».
Quali sono ii rapporti con la Procura e con l’Università, due istituzioni con le quali dialogate ogni giorno.
«Ritengo rapporti corretti. È evidente che occorre distinguere: alla procura chiediamo pari trattamento nel processo mentre in ambito accademico portiamo avanti un rapporto dialettico con le facoltà universitarie, perché è chiaro quanto più si hanno capacità culturali, tanto più si ha una risposta corretta ai propri assistiti».
Dopo circa 20 anni la Corte d’Appello di Catanzaro porta un rappresentante nel Consiglio Nazionale Forense, dove è stato eletto il suo predecessore Antonello Talerico. Cosa significa per voi colleghi?
«Talerico rappresenta una segnale della fecondità della precedente consiliatura, che esprime un rappresentante al Cnf, un obiettivo di rilievo perché avere l’ex presidente in seno al massimo organo è un fatto di prestigio importante per tutti gli avvocati del Distretto».