VIDEO | L'esponente del Governo ha potuto visitare insieme al procuratore capo l'ex convento che adesso ospita gli uffici giudiziari. Presenti, tra gli altri, il sottosegretario Wanda Ferro e il presidente della Regione Roberto Occhiuto
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è giunto a Catanzaro per l’inaugurazione della nuova procura. A fare gli onori di casa, il procuratore capo Nicola Gratteri che ha accompagnato Nordio in una visita all’interno dell’ex convento restaurato e adibito a uffici giudiziari.
Presenti, tra gli altri, il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro, l'ex ministro Graziano del Rio, il presidente della Regione Roberto Occhiuto e quello del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
L'intervento di Gratteri
Subito dopo è iniziata la cerimonia con le parole del procuratore Gratteri che ha raccontato l'iter che ha portato all'individuazione dell'ex convento come nuova sede della procura. «Questo bellissimo convento del Quattrocento era rimasto chiuso per 15 anni - ha detto Gratteri - Quando sono arrivato a Catanzaro ho parlato con il presidente della Corte d’appello Introcaso che mi ha detto che pagavamo 1 milione e 700mila euro all’anno di affitto in questa città. C'era però questo immobile e abbiamo pensato che la nuova procura potevamo realizzarla qui».
«Allora sono andato a Roma a parlare con il ministro dell’epoca, Graziano De Rio, che conoscevo da quanto era sindaco di Reggio Emilia. Il ministro mi disse una cosa che forse politicamente non vorrebbe che fosse ricordata: "Noi non siamo riusciti a fare niente in Calabria, ma se c’è lei che è una testa dura l’opera si farà". Del Rio - ha aggiunto il procuratore - ci aveva visto bene, perché io ho veramente la testa molto dura. Nella vita ho sempre detto, sbagliando, che gli amici sono quelli di quando sei bambino, ma mi devo ricredere perché venendo a Catanzaro ho conosciuto un nuovo amico, il presidente Domenco Introcaso, che mi è sempre stato vicino, non solo per la realizzazione di quest’opera».
Il procuratore Gratteri ha voluto fare conoscere al ministro Nordio tutto quello che in questi anni è stato realizzato a Catanzaro e in Calabria, sotto la sua guida alla procura. «Ministro - ha detto Gratteri rivolgendosi al guardasigilli - ci tengo a farle sapere che in periodo Covid, in soli quattro mesi e mezzo, siamo riusciti a costruire l’aula bunker più grande del mondo occidentale: 3300 metri, 1000 posti a sedere a distanza Covid, collegamenti con tutte le carceri d’Italia. Dovevamo celebrare il maxiprocesso e non sapevamo dove farlo».
Un percorso accidentato quello che ha caratterizzato la realizzazione della nuova aula bunker. «Ho avuto qualche problema con i quadri del ministero della Giustizia perché sembravano metterci i bastoni tra le ruote - ha sottolineato Gratteri - ci hanno sballottato all’aula bunker di Palermo che non era attrezzata con la videoconferenza, poi all’aula bunker di Roma Rebibbia. Neanche quella era adatta alle nostre esigenze. Allora ho fatto lavorare l’impresa anche il giorno dell’Immacolata e abbiamo finito i lavori il giorno dell’inizio del processo. Ci sono state polemiche perché è stata fatta a Lamezia, vicino all’aeroporto. A Catanzaro, purtroppo, non c’era un posto adatto. Allora ho chiamato Jole Santelli chiedendole il capannone che era libero e ce l’ha dato gratis. Ma non ci siamo fermati. Abbiamo chiesto al presidente Occhiuto la disponibilità di Palazzo Alemanno dove faremo la nuova procura europea e metteremo anche le sezioni di polizia giudiziaria. Occhiuto, inoltre, ci ha dato gratis un altro capannone vicino all’aula bunker dove faremo un grande archivio distrettuale. Abbiamo trovato 5 milioni di euro per fare un parcheggio sotterraneo».
L'intervento del ministro Nordio
A conclusione della giornata è intervenuto il ministro Nordio, che partendo dal grande lavoro fatto a Catanzaro per donare alla procura una nuova sede, ha poi spaziato sui problemi cronici del mondo della giustizia nel nostro paese. «Qui è stato fatto un miracolo - ha dichiarato il Guardasigilli - unendo l’arte con l’efficienza e la modernità. Dico queste cose con una certa invidia. L’Italia è piena di opere d’arte che impediscono, alle volte, la coniugazione con la modernità. A Venezia, per esempio, 20 anni fa avevamo un tribunale che era completamente fuori legge, in un vecchio palazzo e si è cercato un tribunale diverso. Avevamo individuato un palazzo storico veneziano, ma mancavano i servizi igienici che per legge devono esistere in proporzione ai dipendenti che ci lavorano. Ma quando l’architetto del Comune ha individuato i metodi per ricavarli sono intervenute le Belle arti dicendo che non si poteva toccare un mattone. Quindi avevamo tre leggi: la prima è che Venezia doveva avere un tribunale; la seconda che doveva avere i servizi igienici; la terza diceva che i servizi igienici non si potevano fare perché non si poteva toccare il palazzo. Ci hanno impiegato 20 anni per avere una cittadella della giustizia che non è nemmeno completata. Quindi questo è un ossequio formale che io rivolgo al procuratore Gratteri e al Meridione. Nell’efficiente Nord-est abbiamo avuto quasi una paralisi del sistema giustizia perché difficile conciliare il bello, il buono, il vero e il giusto proprio per questa presenza (per fortuna) di una grande eredità artistica».
Subito dopo, il ministro si è concentrato sulla poca funzionalità del sistema giustizia in Italia. «Noi abbiamo una legislazione farraginosa, contraddittoria qualche volta, con delle norme spesso confliggenti tra di loro, seguendo le quali si devia dalle altre, perché si sono stratificate nel tempo senza coordinazione e omogeneità. In questa grande confusione c’è una sorta di pigrizia mentale nell’attuare le riforme, per questo si assiste a cose paradossali. Quindi, ci troviamo in un paese che va radicalmente modernizzato, modificato da cima a fondo e naturalmente vanno potenziate le strutture, quelle umane, finanziarie. Ma soprattutto vanno cambiate le menti, a partire dal Legislatore che non riesce ancora a capire che nell’era digitale non possiamo ancora mandare le cartoline verdi a casa scritte a mano con un impiego di risorse che potrebbero essere usate da altre parti. Il nostro ministero ha già istituito una task force per la digitalizzazione e di recupero del personale che possa velocizzare i processi. Queste visite sono manifestazioni di interesse perché, almeno la prima parte dell’opera del ministero che ho l’onore di dirigere, non avrà come oggetto quelle contestazioni che sono state anche divisive tra di noi. Ci sarà tempo e luogo per parlare di un certo tipo le riforme e discutere soprattutto dal Parlamento, ma per nella prima fase la nostra attenzione sarà concentrata sull’efficienza della giustizia, nel recupero del personale, della sua utilizzazione e nei limiti del possibile nell’acquisizione di nuovo personale».
Nordio ha invocato «una sinergia anche con gli altri ministeri che, come ha fatto il procuratore Gratteri, produce alla volte risultati miracolosi come è successo qui a Catanzaro dove la ristrutturazione di questo complesso è stata a costo zero per il ministero della Giustizia. Ciò significa che abbiamo usufruito di fondi altrui che però porteranno benefici non solo al mondo della giustizia, ma anche ai cittadini. Ricordiamo che la lentezza dei processi costa 2 punti di Pil, parliamo di 30 o 40 miliardi l’anno che perdiamo perché la nostra giustizia è lenta. Queste sono cifre che parlano. Se avessimo una giustizia più efficiente, civile e penale, gli investitori italiani e stranieri sarebbero più propensi a portare le aziende e le loro finanze qui da noi. Non è un discorso puramente filosofico sulla giustizia, ma economico. E siccome l’economia e il principale elemento di emergenza credo che le totali energie del nostro ministero debbano essere indirizzate a migliorare l’efficienza della giustizia e di riflesso dell’economia».
«Per quanto riguarda l’avvocatura, io vengo da una famiglia di avvocati e conosco perfettamente le loro problematiche, come conosco bene delle forze dell’ordine e della polizia penitenziaria data la mia lunga esperienza nella magistratura in prima linea. Questo ti insegna i problemi più materiale, quelle importanti perché fanno vivere la giustizia».
Occhiuto: «Una bella pagina per Catanzaro e la Calabria»
«Oggi si restituisce alla comunità catanzarese e calabrese un bellissimo immobile dove lo Stato ha deciso di concentrare i suoi sforzi per contrastare la criminalità organizzata. Una bella pagina. Sono contento che ci sia il ministro Nordio, credo alla sua prima uscita da ministro della Giustizia, a testimoniare l'attenzione del Governo verso la Calabria». Ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, a margine della cerimonia.
«La 'ndrangheta - ha aggiunto - fa schifo perché uccide il futuro dei calabresi, offre alla comunità nazionale un terribile spot che poi diventa un alibi per cui molte volte si dice che niente si può fare in Calabria perché c'è la 'Ndrangheta. Ecco, vedere lo Stato qui riunito in questo bellissimo palazzo dimostra che lo Stato c'è, lo Stato è forte è una buona notizia per i cittadini calabresi è una buona notizia anche per chi amministra la Calabria perché sapere che c'è uno sforzo così importante da parte delle Procure, del Governo, per fronteggiare i poteri criminali dà maggiore sicurezza anche a chi governa. Quindi complimenti a chi ha voluto organizzare questa iniziativa ma soprattutto complimenti al procuratore Gratteri che ha dimostrato anche straordinarie capacità organizzative, perché in pochissimo tempo ha restituito alla città di Catanzaro e alla comunità calabrese questo bellissimo palazzo, scegliendo di farne la sede della Procura».