Il racconto del vano tentativo di salvare la vita ad Anna Marino: «Perché le hanno assegnato solo un codice giallo?». Circa 20 minuti per l’arrivo del mezzo di soccorso, in area urbana non si dovrebbero superare gli 8 minuti
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Nessuno potrà mai sapere se un intervento più tempestivo sarebbe servito a salvare la vita ad Anna Marino, 84enne catanzarese deceduta sabato scorso al culmine di una crisi respiratoria. All’arrivo dell’ambulanza la donna era già deceduta ma il dubbio si è insinuato nei pensieri del figlio Maurizio Russo che ha assistito «inerme» alla morte della madre, oggi deciso a rendere pubblico l’episodio come monito.
Il tentativo di soccorso
È il 56enne, residente nel quartiere a sud del capoluogo, a ricostruire la concitazione dei minuti che hanno preceduto il decesso e il tentativo, vano, di soccorso. La donna viveva in casa del figlio insieme alla sua famiglia, nel rione Fortuna. Alle 4.15 di notte, racconta Maurizio, la madre chiede aiuto, si sente male e immediatamente il figlio contatta il 112 per richiedere l’invio di una ambulanza.
In strada, in attesa dell’ambulanza
«All’operatore ho detto che mia madre aveva una grave crisi respiratoria e di inviare subito una ambulanza. L’operatore mi ha chiesto di poter parlare con mia madre ma gli ho fatto presente che non riusciva nemmeno a respirare figurarsi se avrebbe potuto parlare al telefono. Mi ha, quindi, chiesto le generalità e dopo aver riattaccato sono sceso in strada per aspettare l’arrivo dell’ambulanza, per indicargli di preciso l’abitazione».
L’arrivo e il decesso
I minuti trascorrono in attesa del mezzo di soccorso. «Alle 4.33 mi contatta mia moglie che nel frattempo era rimasta in casa, accanto a mia madre, per dirmi che stava peggiorando. Alle 4.34 ricontatto l’ambulanza per chiedere di affrettarsi. Ma alle 4.38 quando sono arrivati mia madre era già spirata. Sono entrati in casa e hanno eseguito delle manovre di soccorso», quindi, la constatazione del decesso.
Codice giallo
«Intanto, non ho ben capito secondo quale criterio sia stato attribuito all’intervento un codice di colore giallo, ho sottolineato più volte all’operatore la gravità della situazione. E poi tutto il tempo che si è perso per l’identificazione, mi è stato chiesto se avessi misurato la pressione. Minuti preziosi che magari avrebbero consentito all’ambulanza di arrivare prima che mia madre morisse» sottolinea Maurizio Russo.
Venti minuti in viaggio
L’uomo ha deciso di non presentare una denuncia ma di rendere pubblico l’episodio «perché ciò non accada più». Secondo quanto ricostruito, l’incarico al 118 sarebbe stato assegnato alle 4.21, il mezzo avrebbe, quindi, impiegato circa venti minuti per coprire un percorso decisamente molto breve. La postazione territoriale di Catanzaro Lido si trova nei pressi di via Sant’Elena, l’abitazione da raggiungere nel rione Fortuna, in viale Magna Grecia. A quell’ora di notte, senza traffico, poco meno di una decina di minuti di automobile.
Tempi target
Inoltre, i tempi target da rispettare per gli interventi d’emergenza in area urbana non devono superare gli otto minuti, venti in area extraurbana. «Capisco che al 118 giungano telefonate di ogni tipo, anche per richieste di soccorso non urgenti ma ciò non deve impedire di assicurare tempestività a quelli più gravi». Il dubbio rimane: «Se fossero arrivati qualche minuto prima, forse avrebbero potuto rianimarla, fare qualcosa per aiutarla. È uno scrupolo che è rimasto a me e a tutti i miei familiari. Ci si sente inermi» conclude Maurizio, che ha compiuto gli anni, 56, lo stesso giorno in cui la madre è spirata.