Il Tribunale della Libertà ha rigettato nuovamente il ricorso della Procura della Repubblica riguardante il sequestro dello stabilimento balneare Dadada ubicato nel comune di Montauro nel Catanzarese. All’udienza dello scorso 5 settembre, i giudici della libertà di Catanzaro sia pure sollecitati dalla Corte di Cassazione che avevano disposto il rinvio per un nuovo esame riguardante il sequestro preventivo richiesto dall’ufficio di Procura annullando la prima ordinanza che aveva accolto le legittime doglianze dell’imprenditore Roberto Talarico, ha confermato l’insussistenza del quadro accusatorio per essere l’indagato in possesso di tutte le autorizzazioni richieste dall’ordinamento giuridico per realizzare lo stabilimento balneare.

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Al titolare venivano contestate, infatti, due ipotesi delittuose: quella dell’abusiva occupazione del suolo demaniale marittimo e quella riguardante i lavori eseguiti in assenza o totale difformità del permesso di costruire. Su tali premesse il Gip di Catanzaro lo scorso novembre del 2015 procedeva a sequestrare preventivamente lo stabilimento che successivamente veniva dissequestrato dal Tribunale di Catanzaro su sollecitazione dei difensori, avv. Antonio Ludovico e Giuseppe Pitaro. Alla scorsa udienza gli stessi giudici valorizzando gli assunti difensivi rigettavano definitivamente il ricorso proposto dalla Procura e ordinavano la restituzione dei beni.

 

l.c.