Catanzaro- Il Comandante della Polizia municipale, due vigili e due tecnici del Comune di Catanzaro. Tutti d'accordo per manipolare un bando di concorso e assicurare a pochi eletti un avanzamento di carriera. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Paolo Petrolo ha chiuso il cerchio a carico di Giuseppe Antonio Salerno, Giuseppe Cardamone, Giuliano Siciliano, Gregorio Cellini e Franco Basile rispetto ai quali si ipotizza il reato di abuso di ufficio in concorso. Secondo le ipotesi accusatorie, il 18 e il 20 agosto del 2009, avrebbero disatteso i regolamenti concorsuali per fare carriera all'interno del Corpo della Polizia municipale, non curanti delle procedure selettive che tengono conto del merito, dei titoli e dell'anzianità di servizio. In barba alla Costituzione avrebbero bypassato il dovere di imparzialità dell'Amministrazione, che esprime il divieto di favoritismi  e il ricorso al concorso pubblico quale metodo di accesso alla P. A. In particolare Salerno in qualità di Comandante della Polizia municipale  avrebbe emanato la determina dirigenziale numero 133 del 2009 con la quale arrogandosi poteri spettanti solo al sindaco, senza nemmeno ricorrere ad un previo parere legale, in assenza di una procedura selettiva, avrebbe proceduto alla "conciliazione" di un contenzioso vertente tra il Comune di Catanzaro e gli istruttori di vigilanza Franco Basile e Gregorio Cellini, definiti dalla Procura "istigatori", conferendo loro il grado di Maggiore. Salerno poi, in presenza dell'istanza di ricusazione di una concorrente e fondata sul mancato riconoscimento di un avanzamento di carriera "determinata- si legge nell'avviso di conclusione delle indagini"- da un errata valutazione del Comandante stesso, avrebbe omesso di astenersi, spalleggiato da Cardamone e Siciliano componenti la commissione esaminatrice, che non avrebbero impedito la violazione dell'obbligo di astensione nonostante l'istanza di ricusazione fatta e nonostante la legge in materia impone alla commissione, la dichiarazione di una sottoscrizione che metta nero su bianco l'insussistenza di incompatibilità tra i componenti la commissione presidente compreso e i concorrenti. Siciliano e Cardamone avrebbero per così dire chiuso un occhio sull'inimicizia del Comandante Salerno e una concorrente, arrecandole intenzionalmente un danno economico e professionale rappresentato dall'attribuzione di un punteggio che ha portato alla valutazione di inidoneità della stessa candidata, che avrebbe perso gli emolumenti connessi all'incarico di istruttore direttivo di vigilanza. Fatto questo accaduto il 28 dicembre del 2009. Gli indagati adesso avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, depositare memorie e compiere ogni attività utile per esercitare il diritto di difesa, prima che il pm titolare delle indagini mandi il fascicolo al giudice per le indagini preliminari con la richiesta di rinvio a  giudizio.


Gabriella Passariello