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L’ex sindaco di Cassano Jonio Gianni Papasso è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Castrovillari per corruzione elettorale insieme ad un uomo di 34 anni, Francesco Bruno, già noto alle forze dell’ordine, per il quale è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro.
Inchiesta partita dalle denunce dell'ex sindaco
L’inchiesta, condotta dai militari della tenenza di Cassano e coordinata dal procuratore Eugenio Facciolla e dal sostituto Angela Continisio, ha preso il via proprio dalle denunce presentate da Papasso il quale lamentava di aver ricevuto numerosi messaggi intimidatori sia sulla sua utenza cellulare che su quelle in uso ai suoi amministratori comunali e a conoscenti. I carabinieri sono risaliti a Bruno grazie all'analisi dei tabulati telefonici corroborata da intercettazioni, dall'acquisizione di filmati di sistemi di videosorveglianza ed al sequestro, in casa dell'arrestato, di un cellulare contenente alcune conversazione e messaggi estorsivi rivolti a Papasso.
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Utilizzata anche una cabina telefonica per i messaggi intimidatori
Secondo l'accusa l'indagato avrebbe ripetutamente utilizzato anche una cabina telefonica pubblica per l'invio di alcuni dei messaggi intimidatori. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Cassano allo Ionio, all'origine dei messaggi c'era la pretesa di Bruno di ottenere un posto di lavoro dall'ex sindaco Papasso, verosimilmente nel settore della raccolta e dello smistamento dei rifiuti in cambio del suo sostegno elettorale.
Una vicenda dai contorni ancora poco chiari
Ma al di là delle querele di Papasso, al centro delle indagini sono finiti anche una serie di messaggi non oggetto di denuncia da parte dell'ex sindaco di Cassano, dal contenuto definito ambiguo dagli investigatori. Per questo , con l’obiettivo di fare piena luce sulla vicenda si è proceduto ad inviare un avviso di garanzia anche all’ex sindaco la cui amministrazione, com’è noto, è stata recentemente sciolta per infiltrazioni mafiose.