Terzo giorno di isolamento giorno e notte per il personale e i pazienti della casa di cura Villa Elisa di Cinquefrondi, dopo la scoperta del tampone  positivo di un degente che poi è stato ricoverato a Reggio Calabria. Si fa di tutto per non ripetere le mortali sottovalutazioni della casa di riposo di Chiaravalle, e ai 38 ricoverati e ad un numero per ora imprecisato degli 80 dipendenti stanno facendo i test.

 

«Sono 48 i tamponi fin qui fatti», afferma il sindaco Michele Conia che precisa come occorra . In questo territorio che già fa i conti con due siti ad alto rischio focolaio, il porto e la tendopoli, preoccupa anche la modalità con cui è stato scoperto il contagio.

 

Il paziente, un anziano ricoverato con problemi al cuore e ortopedici nel reparto di Lungodegenza, era passato dal pronto soccorso e dalla Tac del vicino ospedale di Polistena, senza transitare dalla tenda del pre triage perché i sintomi che accusava non erano stati collegati al coronavirus. E siccome il direttore del nosocomio polistenese ci rifiuta l’intervista, per essere sicuri che dopo il tampone positivo tutto è stato fatto per evitare il contagio, bisogna riferirsi alle dichiarazioni tranquillizzanti del sindaco Michele Tripodi, che su facebook ha riferito che i locali sono stati sanificati.

 

Dalle informazioni in nostro possesso, inoltre, si è appreso che alcuni tamponi sono stati somministrati anche ai sanitari che erano entrati in contatto con il paziente di Villa Elisa. «Non basta – conclude Conia – non possiamo elemosinare tamponi, specie per sbloccare situazioni preoccupante come quelle che si registrano nelle case di cura».