REGGIO CALABRIA – Chiara Rizzo è stata scarcerata. La moglie di Amedeo Matacena, coinvolta nell’inchiesta sul presunto favoreggiamento della latitanza del marito nell’ambito della quale è stato arrestato anche l’ex ministro Claudio Scajola, ha ottenuto i domiciliari. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, che ha accolto l’ultima istanza dei legali della Rizzo, Bonaventura Candido e Carlo Biondi. Dopo quasi due mesi di detenzione, Chiara Rizzo lascia così il carcere reggino di Arghillà per riavvicinarsi ai suoi due figli.

 

La soddisfazione degli avvocati. "Siamo contenti che il giudice abbia riconosciuto che il nuovo decreto legge del 28 giugno sulla custodia cautelare in carcere, che era già in vigore al momento dell'ultimo rigetto, fosse applicabile anche a Chiara Rizzo, che ha subito, a nostro avviso, un lungo ed ingiustificato periodo di custodia cautelare in carcere". Lo affermano, in una dichiarazione all'Ansa, i difensori della moglie di Amedeo Matacena, gli avvocati Carlo Biondi e Bonaventura Candido.

 

La dichiarazione di Matacena. "E' terminato un atto a dir poco barbarico". Così Amedeo Matacena ha commentato da Dubai la notizia della scarcerazione della moglie, Chiara Rizzo. "Non ha senso la carcerazione preventiva - ha detto ancora l'ex parlamentare del Pdl - questa è una cosa solo italiana. Ma poi non c'era ragione di trattenerla in carcere quando poteva ottenere i domiciliari".

 

La difesa di Matacena. "Quello che sembra l'attore e il gestore dell'operazione Libano è Scajola al quale mia moglie aveva chiesto aiuto". Così si difende l'imprenditore reggino.