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Definitive le assoluzioni dell’ex presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, e dell’ex assessore Domenico Tallini, accusati di abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Alessandra Sarlo (moglie del giudice Vincenzo Giglio, condannato in via definitiva a 4 anni e 5 mesi per corruzione) a dirigente generale del settore controlli della Regione. La sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro è infatti divenuta definitiva non avendo la Procura generale presentato ricorso in Cassazione. Secondo l'accusa, all'epoca rappresentata dall'allora sostituto procuratore Gerardo Dominijanni e dal pm Domenico Guarascio, la nomina di Alessandra Sarlo sarebbe avvenuta in maniera irregolare.
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In primo grado, i pm avevano chiesto la condanna di Scopelliti e Tallini. Richiesta disattesa dai giudici, nonostante il sostituto procuratore generale avesse invocato la pena di un anno di reclusione per entrambi gli imputati.
Sono state così accolte le tesi difensive degli avvocati Labate (per Scopelliti), Scalzi e Joppoli (per Tallini), i quali hanno posto in evidenza una circostanza già pienamente ritenuta valida dai giudici di primo grado: la nomina della Sarlo, infatti, sebbene riguardi persona esterna alla Regione, riguarda comunque una dirigente già in forza alla pubblica amministrazione, come tale ritenuta "interna", non configurandosi così alcun reato.
g.b.