Per la seconda volta nell'arco di una settimana è stato dato ordine agli operai del Vaticano di aprire i due ossari del cimitero Teutonico ritrovati a poca distanza dalle due tombe dove la famiglia Orlandi pensava fosse sepolta Emanuela, la ragazzina cittadina vaticana, scomparsa misteriosamente nel 1983. Le operazioni sono iniziate puntuali stamattina alle ore 9 come è stato stabilito nel decreto del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano. I due ossari sono stati individuati sotto la pavimentazione di un'aerea all'interno del Pontificio Collegio Teutonico, chiusi in una botola. Ad assistere agli esami e alla repertazione dei materiali ossei l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, e il genetista Giorgio Portera.

 

I resti vengono analizzati in loco già in queste ore dal prof. Giovanni Arcudi e dal suo staff  alla presenza del perito di fiducia nominato dalla Famiglia Orlandi secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale. 

Gli ossari potrebbero contenere le spoglie delle due principesse Sophie von Hohenlohe, morta  nel 1836, Carlotta Federica di Mecklemburgo, morta nel 1840. L'11 luglio scorso, infatti, le due rispettive tombe erano state trovate vuote dopo che ai familiari di Emanuela Orlandi fu fatta una segnalazione anonima in cui si riferiva che i resti della ragazza fossero nella cosiddetta “Tomba dell’Angelo”. Il Vaticano autorizzò la famiglia Orlandi ad aprire quel loculo e quello adiacente.

«Disponibilità dalla Santa Sede»

«Non è possibile prevedere, al momento, i tempi di durata per concludere tali operazioni al fine di completare l’analisi morfologica dei resti ritrovati negli ossari», spiega in una nota il portavoce del Vaticano Alessandro Gisotti.

«Con questa nuova attività peritale - dopo le operazioni dell’11 luglio scorso - si evidenzia ancora una volta la disponibilità della Santa Sede verso la Famiglia Orlandi. Disponibilità dimostrata - ribadisce Gisotti - fin dall’inizio, nell’accogliere la richiesta di verifiche nel Campo Santo Teutonico pur sulla base di una mera segnalazione anonima».