Fra le dichiarazioni di Roberto Porcaro, spiccano anche quelle relative all’annosa vicenda Manna-Petrini, già oggetto di un processo che li ha visti entrambi condannati in primo grado per corruzione. Sul punto, il nuovo collaboratore di giustizia aggiunge un tassello in più che complica la posizione del sindaco sospeso di Rende e dell’ex giudice della Corte d’appello di Catanzaro.

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Porcaro, infatti, sostiene di aver operato lui la consegna del denaro poi impiegato per corrompere il giudice e ottenere così l’assoluzione di Francesco Patitucci nel processo per l’omicidio di Luca Bruni. 

«Manna sapeva tutto»

A suo dire, quei soldi li avrebbe dati all’avvocato Luigi Gullo, uno dei difensori di Patitucci, già indagato per gli stessi fatti prima che la sua posizione venisse archiviata. «Manna sapeva tutto» aggiunge il pentito, sostenendo di aver appreso tale circostanza in seguito e dalla viva voce del diretto interessato. A suo dire, la cifra stanziata per l’occasione ammontava a trentamila euro, molto lontana dunque da quella indicata dallo stesso Petrini che, reo confesso, quantificava in cinquemila euro la somma da lui richiesta per aggiustare il processo. E non solo. Secondo Petrini, l’accordo corruttivo tra lui e Manna viene stretto all’epoca in modo quasi estemporaneo: un incontro casuale seguito dalla sua proposta indecente accolta dal penalista. Dal racconto di Porcaro, invece, sembra che il ruolo di quest’ultimo sia più confinato nell’ombra. Per saperne di più bisognerà leggere il verbale con le dichiarazioni in forma integrale. Solo allora sapremo se il suo contributo scioglie uno o più nodi di questa vicenda o se, piuttosto, finisce per ingarbugliarli ulteriormente.

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I due incontri

Il pentito, comunque, circoscrive le fasi del suo coinvolgimento a due episodi: un incontro avvenuto a casa di Patitucci, al cospetto della moglie di quest’ultimo, e poi a uno con Manna all’interno del suo studio legale. In quell’occasione, con lui avrebbe discusso anche di un altro processo, quello per il duplice omicidio Lenti-Gigliotti che, all’epoca, vedeva ancora Patitucci sul banco degli imputati.

«Si è parlato della strategia processuale per far dichiarare a Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà, già condannati all’ergastolo, la loro responsabilità escludendo quella di Patitucci». Lo stesso argomento sarebbe stato ripreso una sera successiva a casa di quest’ultimo, in occasione di una cena. In quel caso, dopo essersi appartato con lui, Patitucci gli avrebbe confidato di essere pronto «a recapitare l’imbasciata in carcere ai due ergastolani».