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Il destino giudiziario – e in parte anche politico – di Giuseppe Scopelliti si deciderà il prossimo 4 aprile, ad un mese esatto dalle elezioni per il Parlamento. È in quella data, infatti, che la Corte di Cassazione deciderà sul processo nato dal cosiddetto “caso Fallara” e che ha visto Scopelliti condannato, in Appello, a 5 anni di reclusione. Due anni e quattro mesi, invece, per i revisori dei conti, Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Alessandro De Medici. Sarà la V sezione della Cassazione a decidere se confermare o annullare la sentenza emessa dai giudici di secondo grado.
La vicenda
Nel marzo del 2014, i giudici di prime cure avevano condannato l’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, a sei anni di reclusione, per i reati di abuso d’ufficio e falso; tre anni e sei mesi di carcere, invece, erano stati disposti per gli ex revisori dei conti del Comune di Reggio Calabria, Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Ettore De Medici, accusati solo di falso. Fu una decisione pesantissima, quella del collegio giudicante. La richiesta dell’allora sostituto procuratore reggino Sara Ombra fu di cinque anni di prigione per Scopelliti, aumentati a sei dai giudici. Scopelliti, oltre ad essere interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, fu anche condannato al pagamento di una provvisionale da 120mila euro come risarcimento del danno alle parti civili; 20mila euro ciascuno fu invece la quota decisa per i tre revisori dei conti. Tutto scaturiva dalle denunce presente, a più riprese, da Demetrio Naccari Carlizzi e Sebi Romeo, esponenti politici del Pd e storici avversari di Scopelliti, che portarono all’attenzione della Procura il sistema delle autoliquidazioni posto in essere dall’allora dirigente del settore Finanze e Tributi del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara.
La donna, poi morta suicida nel dicembre 2010 a poche ore da un’accorata conferenza stampa, si liquidò centinaia di migliaia di euro in violazione di legge. “Parcelle d’oro” derivanti da incarichi avuti davanti alla commissione tributaria, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, in seno alla quale, però, la Fallara era già dirigente. Ma vennero poi fuori altre enormi irregolarità nella redazione dei bilanci comunali, tanto da indurre l’accusa a parlare di veri e propri documenti contabili falsati. Da qui l’imputazione per Giuseppe Scopelliti, all’epoca sindaco di Reggio ed in strettissimo contatto con Orsola Fallara, da lui chiamata a dirigere il settore Finanze e Tributi del Comune. La sentenza che condannò Scopelliti, portò lo stesso governatore a dimettersi dalla carica ricoperta.
Consolato Minniti