La Cassazione che ha ridimensionato a 8 mesi il blocco dell’attività del professionista. Le precisazioni dell’ospedale: «Non c’è alcun avviso per sostituirlo». Prossima udienza del processo penale l’8 ottobre
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Più processi, sul piano civile e penale che si intrecciano. Questo ha creato non poca confusione e più di un equivoco intorno alla pronuncia della Corte di Cassazione sull’ormai celebre caso Correale.
La complessità dell’iter e le notizie parziali filtrate nei giorni scorsi non hanno consentito, soprattutto ai familiari dei pazienti che in questo processo si sono già costituiti e continuano a costituirsi parte civile, di comprendere le modalità e l’iter legislativo che hanno portato il dottore Correale a rientrare in servizio con 4 mesi di anticipo rispetto alla misura cautelare di sospensione per 12 mesi. Alla luce delle tante richieste di chiarimenti da parte dei familiari coinvolti, proviamo ricostruire il complesso iter giudiziario ancora in corso.
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Stiamo parlando dell’inchiesta che la Procura reggina ha aperto per fare luce sulla gestione del reparto di Oncologia del Gom negli anni di reggenza del dottor Pierpaolo Correale e del suo vice Rocco Giannicola.
Non c'è stato alcun annullamento definitivo delle misure, come erroneamente fatto circolare. Piuttosto la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale della Libertà in merito al profilo della sussistenza delle esigenze cautelari nonché al profilo relativo alla durata della sospensione, giustificando la riduzione di tale sospensione a otto mesi.
La sospensione
«Il giudice, letta l’istanza visto il parere contrario del pm ritenuto che la decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio, rigetta l’istanza di revoca riduce per entrambi gli imputati la misura interdittiva a mesi 8».
L’istanza della difesa di Correale è stata, dunque, rigettata. Per chiarire il linguaggio giuridico, all'esito della pronuncia della Cassazione i difensori hanno fanno istanza di revoca. Il giudice ha preso atto della decisione della Corte e, rigettando l'istanza di revoca, ha disposto la riduzione della sospensione. Parlare, dunque, di un quadro probatorio smantellato pare alquanto azzardato. Si attende, invece, l’avvio del processo che chiarirà i contorni della vicenda. L’udienza, rinviata per l’emergenza caldo il 2 luglio, è stata rifissata per l’8 ottobre. Intanto continuano a crescere le richieste di costituzione di parte civile da parte dei familiari.
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I chiarimenti del Gom
«Da atto notificatoci dal legale del dr. Correale – scrive il Gom - si rileva che la Corte di Cassazione ha annullato, nell’udienza del 5/6/2024, l’ordinanza di sospensione per un anno dall’esercizio della professione applicata dalla Procura di Reggio Calabria rinviando gli atti al Tribunale di Reggio Calabria per un nuovo giudizio.
Il Tribunale di Reggio Calabria, con provvedimento del 12/6/2024, ha rigettato l’istanza di revoca della misura interdittiva avanzata dai legali di Correale e ha ridotto il periodo della stessa misura da dodici a otto mesi. Quindi nessun annullamento, nessuna assoluzione, nessuna illegittimità dell’inchiesta come da altri dichiarato. A seguito di ciò il dr. Correale rientrerà in servizio al termine del periodo di sospensione irrogatogli dal Tribunale, per come sopra riportato, nella posizione giuridica ed economica in essere all’atto della sospensione come specificatamente richiesto anche dallo stesso legale del dr. Correale e come certamente avverrà. Quindi non è pronto alcun avviso per sostituirlo».
La causa civile
Chiuso il capitolo relativo all’aspetto penale, appare necessario chiarire anche la vicenda sul piano civile considerando che, anche in questo caso i familiari dei pazienti del reparto, chiedono lumi sul rientro del dottor Correale in reparto previsto il 20 luglio.
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Vicenda scollegata e precedente alla chiusura delle indagini che hanno visto il dottor Correale e il suo vice indagati. Con le accuse di somministrazione di farmaci imperfetti, falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa, è quella relativa al demansionamento che l’azienda ha ritenuto opportuno far valere nei confronti dell’ex primario.
Infatti, sia in primo che in secondo grado il Tribunale di Reggio Calabria sezione civile settore lavoro ha rigettato il ricorso presentato dal dottor Correale circa il demansionamento. Una commissione di valutazione aveva valutato di non confermare Correale nel suo ruolo di direttore della Uoc di Oncologia Medica. Allo stesso era stato conferito un incarico di altissima professionalità che manterrà al suo rientro. Evenienza, questa, valutata anche dal giudice in secondo grado nel motivare il rigetto dell’istanza. Escludendo, di fatto, come si legge nella sentenza «la sottrazione di mansioni o dequalificazioni in atto».
Il danno d’immagine
I giudici hanno altresì escluso il danno all’immagine che, invece «in realtà si associa, ed anzi, ne trae ragione, dal procedimento penale in corso. Ed in realtà è quest’ultimo che appare già scalfire l’immagine del reclamante piuttosto che il giudizio di mancata conferma».