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Ha un nome e un cognome il supertestimone del caso Bergamini. Si chiama Francesco Forte ed è l’autotrasportatore che precedeva il camion guidato da Pisano lungo la statale 106. Ha assistito alla scena, è stato il primo a tentare di soccorrere Denis, ha parlato di una ragazza in lacrime trattenuta da due persone e di un veicolo di colore nero, dichiarando poi al procuratore Giacomantonio, titolare dell’inchiesta nel 2014, di non ricordare ciò che aveva visto. Oggi sarebbe pronto a raccontare la verità. A rivelarlo è Rita Cavallaro, giornalista originaria di Locri, autrice del libro inchiesta “Oltre l’indizio: segreti e verità nell’omicidio Bergamini” per Male Edizioni.
Davanti a Giacomantonio disse di non ricordare, ora sarebbe pronto a parlare
«Questo nome è contenuto nelle carte dell’inchiesta – spiega la scrittrice – Questa persona era sul luogo dell’incidente. Per anni non ha parlato poi, forse in preda ad una crisi di coscienza e comunque consigliato da una sua cugina avvocato, ha cominciato a fare delle telefonate anonime alla famiglia Bergamini. Queste telefonate la famiglia Bergamini le ha registrate. Quando è stato ascoltato, al pm ha detto di non ricordare. Oggi – afferma Rita Cavallaro – con Facciolla forse ha ricordato qualcosa».
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«Oggi c'è un procuratore che cerca la verità. Ha imboccato la strada giusta»
“Oltre l’indizio” offre un approfondimento del caso appena riaperto dalla Procura di Castrovillari, utilizzando le carte dell’inchiesta: verbali, interrogatori, perizie. «Emergono 28 anni di bugie, depistaggi, errori grossolani. Tutta l’attività investigativa corre lungo un filo sottile diventato nel tempo una cortina fumogena tale da nascondere un omicidio con un suicidio. Non si è voluta vedere la verità – insiste Rita Cavallaro – Oggi alla procura di Castrovillari c’è un procuratore che cerca la verità e che ha imboccato la strada giusta».
Salvatore Bruno