Nella nuova udienza in Corte d'Assise le parti processuali hanno esaminato il maresciallo Lupo e il luogotenente Redavid, militari dell'Arma che nel 2011 erano in servizio presso il Nucleo Investigativo
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Due componenti del cosiddetto “gruppo Zeta“, che nella seconda indagine della procura di Castrovillari avevano ricevuto una delega per approfondire alcune tematiche, sono stati esaminati nella giornata del 9 maggio 2022 davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, dalle rispettive parti processuali. Parliamo del maresciallo Lupo, ora in servizio presso il Norm di Rende, e del luogotenente Redavid, all’epoca e attualmente in servizio al Nucleo Investigativo di Cosenza. Sono due dei carabinieri che avevano partecipato all’inchiesta coordinata all’epoca dal procuratore capo Franco Giacomantonio e dal pm Maria Grazia Anastasia, poi archiviata dal gip del tribunale di Castrovillari Annamaria Grimaldi.
I due carabinieri avevano firmato insieme ad altri colleghi l’informativa finale consegnata alla procura di Castrovillari, dove risultano una serie di circostanze circa la relazione sentimentale tumultuosa tra Isabella Internò, imputata per omicidio volontario, e il calciatore del Cosenza Donato Bergamini, morto il 19 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico. Circostanze che nell’udienza odierna sono state affrontate innanzitutto dal pubblico ministero Luca Primicerio e dall’avvocato di parte civile, Fabio Anselmo, e in seguito dall’avvocato difensore Angelo Pugliese.
I carabinieri del “gruppo Zeta” non furono allontanati per il caso Bergamini
Una seduta processuale estenuante, durata oltre sei ore, nel corso della quale sono emersi anche i contenziosi amministrativi che hanno avuto i due carabinieri con la loro scala gerarchica per una vicenda totalmente estranea dal caso Bergamini, riguardante la latitanza dell’allora boss di Cosenza Ettore Lanzino. I due militari dell’Arma quindi hanno avuto l’occasione per chiarire quanto successo in quel periodo, spiegando alla fine dell’escussione, su domanda dell’avvocato Pugliese, che il loro allontanamento non era dovuto al caso Bergamini, ma ad altro. Il caso Bergamini, invece, è stato richiamato nel trasferimento di Redavid che il Consiglio di Stato bloccò, in quanto riteneva che il carabiniere dovesse proseguire l’attività d’indagine, avendo contribuito a far passare il procedimento penale da modello 44, contro ignoti, a modello 21, contro persone note.
Processo Bergamini, come fu individuato Mario Panunzio
Si deve al “gruppo Zeta“, il ritrovamento del testimone Mario Panunzio, uno dei soggetti accorsi nell’immediatezza dei fatti sul punto della tragedia. Panunzio era partito da San Lorenzo Bellizzi per fare ritorno in Puglia, in provincia di Taranto, e nella sua auto aveva la moglie incinta e i due suoceri. Arrivato in prossimità del corpo di Bergamini, vide Isabella Internò piangere e decise di accompagnarla al bari di Mario Infantino (nota di colore: la sua attività ristorativa, ora gestita dal figlio, è stata protagonista di una delle ultime puntate di Cucine da Incubo, in onda su Sky, programma in cui il vero protagonista è lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo).
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