AUDIO | La telefonata alla sala operativa del carabiniere rimasto ferito dopo la deflagrazione della cascina di Alessandria in cui hanno perso la vita ieri tre vigili del fuoco tra cui il calabrese Nino Candido
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«Manda qualcuno perché è esploso tutto, manda tutti, (...) son feriti, son feriti, siamo tutti feriti. Tutti quanti. Manda veloce». È l'audio della telefonata, pubblicata sul sito dell'Adnkronos, che il carabiniere Roberto Borlengo fa alla centrale operativa pochi istanti dopo l'esplosione della cascina in via San Francesco D'Assisi, a Quargnento, ad Alessandria. Il bilancio della tragedia è di tre pompieri morti (tra cui il calabrese Nino Candido) e tre feriti, tra cui due vigili del fuoco e un carabiniere. L'esplosione sembra essere di origine dolosa. Durante i primi rilievi sul luogo della deflagrazione, sarebbero stati trovati dei dispositivi di innesco. Esclusa la matrice terrorista. «Riesci a stare al telefono?» gli chiede il collega durante la telefonata mentre in sottofondo si sentono le urla e i lamenti dei feriti. «Ci provo - risponde il militare - sto male, io ve lo dico, sto sotto qualcosa, non so cosa, sto malissimo». «Roberto mi confermi che sei in strada a Ronco?», lo incalza il collega dalla sala operativa. «Eh sì, praticamente vedi la nostra macchina Pasquà? Mandali tutti - lo supplica Roberto dall’altro capo - siamo cotti Pasquà, siamo tutti cotti Pasquà. Digli di fare in fretta, è crollato tutto qua».
«Pasquale, manda qualcuno, ti prego, stanno morendo tutti - va avanti la telefonata - È esplosa la palazzina, stavamo facendo il sopralluogo ed è esplosa, è esplosa. Stiamo messi tutti male». Intorno chiedono aiuto, c'è chi piange. «Luciano è lì vicino a te?» chiede l'operatore. «E' dall'altra parte, ma digli di sbrigarsi - insiste il carabiniere - perché sian messi male, le gru, devono togliere le macerie».
«Pasquale, ti prego. Se mi va male digli ai miei che gli voglio un mondo di bene - aggiunge Borlengo - sto messo male. Stiamo sotto le macerie, fai in fretta ti prego. Stiamo tutti qua, siamo in cinque o sei. Stiamo morendo Pasquà, manda qualcuno ti prego». «Vai tranquillo Roberto». «Sto per svenire Pasquale, fai presto. Io sicuramente ho perso un occhio, sto perdendo un sacco di sangue, abbi pazienza Pasquale, sto malissimo. Ho un piede sotto le macerie. Siamo tutti seppelliti. Dimmi te se devo morire così a 31 anni. Porta del ghiaccio per favore».
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