Vegetazione florida, rigogliosa e ammaliante. Siamo a Caronte, località di Lamezia Terme le cui splendide acque termali hanno dato il nome alla città.

 

Eppure quest’area ricca di storia e natura è trascurata, è considerata zona periferica e nasconde rischi ed insidie legate al dissesto idrogeologico.

 

Come nel caso del fiume Bagni in cui diversi tratti non hanno più gli argini e in cui la manutenzione e la pulizia sono latitanti ormai da anni, ci spiega l’associazione Santi 40 Martiri che con le sue escursioni attraversa la zona nei suoi punti più suggestivi riscontrando spesso come la scarsa conoscenza di questo immenso patrimonio naturale, a pochi passi dal centro, viaggi accanto ad una mancata attenzione da parte di chi dovrebbe tutelarlo e metterlo in sicurezza.

 

Non a caso anche il Bagni, nella notte tra il 4 e 5 ottobre scorsi quando a San Pietro Lametino morirono tre persone si è gonfiato pericolosamente e l’assenza in più punti degli argini avrebbe potuto diventare causa di un’ulteriore tragedia.

 

Ma non è il fiume l’unico pericolo. Diverse le cave ora chiuse per caduta massi, innumerevoli gli smottamenti, i cedimenti della strada, le crepe che ne hanno devastato la superficie.