L’esponente pentastellata ha fatto visita all’istituto penitenziario: «Numerose criticità evidenziate, il ministro della Giustizia Bonafede intervenga»
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«La condizione dei detenuti definisce e distingue una società democratica dove la pena si pone l’obiettivo di rieducare quelle persone che, dopo aver affrontato un percorso riabilitativo, possono rientrare nella comunità di riferimento. Come centrale è garantire la dignità di chi lavora nelle carceri, affinché tutti possano svolgere al meglio un lavoro difficile e non privo di rischi». Lo afferma in una nota la portavoce del M5S alla Camera dei deputati Anna Laura Orrico.
«Animata da queste convinzioni –dice -, ho fatto visita alla casa circondariale di Cosenza col supporto dell’associazione Yairaiha Onlus, con la quale ho avviato un rapporto di collaborazione per il monitoraggio delle condizioni di detenzione della popolazione ristretta. A seguito di tale ispezione – spiega - poiché sono state riscontrate numerose criticità strutturali e gestionali che rendono afflittiva e non rieducativa la funzione della pena e difficoltoso il lavoro del personale in servizio che reclama un grave sottodimensionamento dell’organico, ho inteso sottoporre un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Bonafede nonché scrivere al garante nazionale dei diritti delle persone detenute per relazionarlo sulla vicenda». La visita ha interessato sia ambienti interni che esterni: «L’istituto versava in una incresciosa condizione di sovraffollamento, considerata la presenza di 262 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 218 posti letto» analizza l’esponente pentastellata aggiungendo: «L’area verde, che dovrebbe essere destinata ai colloqui con i minori, non è mai stata resa agibile, i locali-palestra, attrezzati anche questi, non erano attivati. Inoltre, la struttura è dotata di tre serre che potrebbero rappresentare una opportunità lavorativa per la popolazione detenuta ma versano in stato di totale abbandono per mancanza di fondi. Per di più, in alcuni reparti, non è presente la saletta per la socialità».
In sintesi, queste mancanze di attività determinano «22 ore di cella al giorno per la maggior parte dei detenuti senza la possibilità di inserimento lavorativo ad eccezione del lavoro intramurario turnato».
Oltre a ciò «la popolazione carceraria lamenta ritardi nelle risposte alle proprie istanze da parte della magistratura di sorveglianza, riscontrando difficoltà di accesso ai benefici penitenziari». Altro aspetto ha riguardato le questioni igienico sanitarie: «Per come rappresentatomi dai detenuti – illustra- l’acqua corrente è disponibile solo in alcune fasce orarie e l’area sanitaria presenta notevoli carenze, tali che vengono somministrati gli stessi medicinali per qualsiasi patologia, anche grave. Difformità sono state segnalate anche per quanto riguarda i generi alimentari ammessi e il prezzo del sopravvitto».
«Auspico pertanto –conclude Anna Laura Orrico- che il ministro adito verifichi le effettive condizioni di detenzione della popolazione ristretta nella casa circondariale di Cosenza, nonché quelle in cui si trovano ad operare le diverse figure professionali all’interno dello stesso istituto».