La Polizia Penitenziaria che opera nel carcere di Paola, ha ritrovato nelle scorse ore, alcuni oggetti, tra cui droga, telefoni cellullari e due carica batterie, destinati ad un detenuto e nascosti in un doppio fondo ricavato all’interno di una pentola, inviata tramite posta ad un detenuto straniero recluso nel penitenziario della città tirrenica.

Il “regalo”, fatto recapitare in forma anonima, è stato intercettato e sequestrato dagli gli agenti della casa circondariale. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. 

«Ennesima brillante operazione messa a segno della polizia penitenziaria di Paola, che opera nell'azione di contrasto all'introduzione di telefonini cellulari nonché allo spaccio di sostanze stupefacenti nel penitenziario. Giovedì scorso – commenta il segretario generale del Sappe Donato Capece -  gli uomini assegnati al settore colloqui hanno rinvenuto dei telefoni cellulari abilmente occultati nei fondi di una pentola contenuta nel pacco postale destinato a un detenuto straniero. Vi era anche della droga, senz'altro potuto minare all'ordine ed alla sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario»

Capece sottolinea come il rinvenimento sia avvenuto «grazie all'attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio, nonostante una significativa carenza di organico. Questo deve far comprendere una volta di più come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari in materia di contrasto all’uso ed al commercio di telefoni cellulari e stupefacenti in carcere». 

Per il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, «nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l'ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Torniamo a sollecitare urgenti soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone».