«Fortissime tensioni nella tarda mattinata odierna nella casa circondariale di Catanzaro, dove una ventina di detenuti di due diverse sezioni si sono affrontati, sembra animati anche da sentimenti xenofobi, per poi rivoltarsi pure contro gli operatori di polizia penitenziaria intervenuti, fino a tentare di sottrarre le chiavi dei cancelli a uno di loro». A riferirlo in una nota è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

«Promotore della sommossa pare essere stato un ristretto che si potrebbe ormai definire ‘aggressore seriale’, dato che non è affatto nuovo ad azioni simili, perpetrate in varie carceri del Paese e ripetutamente anche a Catanzaro, dov’è ritornato nonostante fosse da lì stato trasferito proprio per ragioni di ordine e sicurezza. Lo stesso recluso ieri sera, come in altre circostanze, aveva aggredito violentemente due appartenenti alla polizia penitenziaria. Da ciò che si apprende, solo nel tardo pomeriggio, grazie alla Polizia penitenziaria intervenuta con rinforzi garantiti da operatori liberi dal servizio e appositamente richiamati, i disordini sono rientrati. La straordinaria professionalità degli appartenenti al corpo non avrebbe reso necessario l’uso della forza». 

«Ormai nelle carceri si assiste a veri e propri episodi di guerriglia. Quello di Catanzaro, peraltro, è il maggiore penitenziario calabrese, con circa 640 detenuti presenti e solo 344 operatori di Polizia penitenziaria assegnati (di cui molti solo sulla carta), laddove ne servirebbero almeno il doppio. Se a ciò si aggiunge una gestione complessiva sia dei circuiti detentivi sia dei sistemi organizzativi, condotta dal Provveditorato regionale, che lascia molto a desiderare, è inevitabile che i livelli di sicurezza siano insufficienti e si presti il fianco a ogni tentativo di destabilizzazione dell’ordine e del regolare svolgimento della vita penitenziaria. A pagarne le spese, per di più, oltre agli operatori, sono i detenuti più deboli e meno facoltosi, che rischiano di venire sopraffatti». 

«Problematiche, queste – continua De Fazio – più volte denunciate anche dal segretario regionale della Uilpa PP Calabria, Salvatore Paradiso, senza che ciò abbia prodotto particolari risultati né destato l’attenzione tangibile del competente Provveditorato. Appare pertanto il caso – conclude –, di richiamare l’attenzione dei vertici del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché esaminino con attenzione quanto sta avvenendo in Calabria e a Catanzaro e prendano in seria considerazione l’opportunità d’intervenire direttamente non solo per rafforzare gli organici, ma anche e non per ultimo per imprimere una necessaria svolta nella gestione regionale».